V.

Una scrittura densa, ma non ardua, che abilmente si divide tra presente e passato. Un libro enigma, che astutamente, e ironicamente, riflette la confusione e il bisogno di amore e di certezze dell'uomo occidentale. Per essere il romanzo di esordio di un ventisettenne, è un'opera che conferma già le doti del futuro autore leggendario che Pynchon diventerà. Indimenticabili molti personaggi.

Concordo, in linea di massima con quanto scrive LaMelaMarcia... Sto romanzone, premetto, non è certo di facilissima lettura, non è roba da ombrellone. La parte ambientata a NY negli anni cinquanta, attorno a Profane ed alla Banda dei Morbosi, è tutto sommato gradevole, qualche sporadica pagina pure ottima. La parte ambientata in Italia ed in Sudafrica, invece, l'ho trovata inutilmente artefatta - complicata - sconnessa. Quasi ai limiti della illeggibilità. Mi son tolto lo sfizio di leggere Pynchon, non credo proprio di replicare...

Questo autore si merita il massimo per il coraggio espresso nella sua vita in disparte, che non cede ai meccanismi perversi del capitalismo occidentale (specie quello americano in cui è calato fisicamente). Potrebbe essere molto più famoso se accettasse di presentarsi al grande pubblico attraverso tv e internet. Parlando del libro, mi ha sbalordito la prosa di alto livello letterario ( paragonabile ai grandi classici dell'800). Uno dei migliori romanzieri del secondo 900. V. si capisce benissimo cos'è, anzi: chi è. È la donna dell'isola di Malta che si camuffa come una Mata Hari di circostanza. Gli altri dubbi sono di uno dei due protagonisti: Stencil. Ma Pynchon scrive persuadendo il lettore fino a tenerlo sulle spine fino in fondo. Ripeto: grande libro da leggere e riscoprire in letture ulteriori tra le pieghe delle sue storie nella storia. Ottimo!