Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 0 liste dei desideri
Cent'anni di psicanalisi. E il mondo va sempre peggio
9,35 €
-45% 17,00 €
9,35 € 17,00 €
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
9,35 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
9,35 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Chiudi
Cent'anni di psicanalisi. E il mondo va sempre peggio - James Hillman,Michael Ventura - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Chiudi
Cent'anni di psicanalisi. E il mondo va sempre peggio

Descrizione


Perché in un secolo la psicanalisi non è riuscita a curare il malessere dell'uomo, non ci ha reso più felici, non ha creato un mondo migliore? Forse perché si è concentrata esclusivamente sulla mente e sull'anima dell'individuo, sulla sua storia interiore, e ha perso di vista il mondo esterno. Se la terapia ha lo scopo di adattare l'individuo a una società malata, il risultato sarà una moltiplicazione del malessere, nell'individuo e nella società. Questo libro è stato pubblicato in prima edizione da Garzanti nel 1993 e da Cortina nel 1998 con il titolo "Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio".
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2005
1 marzo 2005
287 p., Rilegato
9788817006552

Valutazioni e recensioni

2/5
Recensioni: 2/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(0)
2
(1)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Mauro Lanari
Recensioni: 2/5

1993: in ''Cento anni di psicoterapia [o psicanalisi, nelle ristampe] e il mondo va sempre peggio'' la coppia Hillman-Ventura espone cause, antidoti e rimedi solo nella prospettiva della ''psicologia architipica/-ale'', eludendo un'approfondita e dettagliata indagine d'un secolo di fallimenti. Era auspicabile un confronto incentrato sulla maslowiana ''piramide dei valori'', poiché basata sul ribaltamento degl'assunti terapici di partenza: attenzione rivolta non a psicosomatopatie ideoaffettive, bensì a modelli esemplari di successo. Sembrerebbe un approccio filosoficamente corretto: la "negativité sans emploi" ("negatività senza impiego"), il rigetto tanto della "negatio negationis" dialettica o "raddoppio del negativo" quanto dell'eterogenesi dei fini. Eppure anche l'approccio di Maslow rientra nella secolare lista di flop. Alcuni motivi sono ovvi, altri meno: senz'anelli di retroazione fra i vari stadi, ci si può percepire autorealizzati "in tutto il necessario tranne che nell'essenziale" (commiato frequente tra i suicidi). Al "be yourself" e al winnicottiano distinguo tra vero e falso sé Guzzanti/Quelo replicherebbe con "La risposta è dentro di te, e però è sbagliata". Raggiungere i propri obiettivi soggettivi quand'essi rischiano di svelarsi oggettivamente insoddisfacenti può suscitare un'angoscia insostenibile. Ma per disporre di parametri oggettivi bisogna aver risolto l'eterno problema dell'"analogia entis" e della "via eminentiae": aver individuato cosa ci sia mai di salvabile e salvifico in enti ed eventi per ampliarlo, estenderlo, amplificarlo, e/o viceversa aver compreso in cosa consista l'Assoluto monovalente positivo, univocamente benigno, e da ciò inferire l'intersezione col nostro qui e adesso. Il che non è ancora dato. Ergo?

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

2/5
Recensioni: 2/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(0)
2
(1)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Conosci l'autore

James Hillman

1926, Atlantic City

La sua attività pubblica abbraccia un periodo di trentacinque anni, dal 1960 al 1995. Dal 1952 al 1953 ha vissuto in India. Poi a Zurigo, divenendo allievo di Jung.  Subito dopo la laurea al Trinity College di Dublino, aveva iniziato a portare avanti terapie di impronta junghiana già nel 1959, quando è stato nominato Director of Studies del C. G. Jung Institute, dove è rimasto sino al 1969, quando abbandona per una profonda crisi che gli fa rivedere interamente il modo di fare terapia. Nel frattempo nel 1960 aveva pubblicato a Londra il suo primo best-seller scientifico "Emotion: a comprehensive phenomenology of Theories and Their Meanings for Therapy". Nel 1970, diventato direttore delle Spring Pubblications ha lanciato una nuova scuola di indirizzo junghiano...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore