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Lo psichiatra Vittorino Andreoli avvertiva da tempo un forte desiderio di parlare della scuola e in questo nuovo libro scrive direttamente agli insegnanti, scegliendo lo stile epistolare e il "tu" per creare una relazione affettiva col suo interlocutore. Andreoli ama i maestri come gli allievi, persone e attori principali della formazione, ricorda con piacere il carisma educativo del suo professore di filosofia, o del suocero insegnante di matematica, o la sua maestra delle elementari, severa ma rispettosa dell'equità. Andreoli ha un'altissima considerazione di tutti gli insegnanti tanto che anche lui avrebbe voluto esserlo. Perché sono dei punti di riferimento per la vita dei giovani allievi, "allevatori" più che docenti, ai quali consiglia di non mollare, di essere fieri di questo ruolo cruciale di modello educativo da "direttori d'orchestra" nella propria classe.
Andreoli spiega i meccanismi dell'antipatia e della simpatia verso certi alunni, le forme di difesa, le punizioni (alle quali lo psichiatra è quasi sempre contrario), invitando a considerare sempre le condizioni familiari e ambientali dalle quali proviene l'allievo. Sottolinea il valore del gruppo nell'esperienza scolastica, della classe, con le sue dinamiche interne fatte di invidie, desideri, assenze da colmare. In un certo senso lo psichiatra veronese si cala nei panni del maestro e vuole segnalare gli aspetti psicologici nella relazione educativa: individualismo eccessivo spinto fino all'eroismo, depressione, gerarchie e vittimismo, il bullismo dentro e fuori la scuola, quell'opporsi a tutto e tutti dei giovani che spesso è "servilismo al contrario". Sono pagine dense di tensione, Andreoli ha davvero a cuore le sorti dei giovani e degli insegnanti nella scuola italiana di oggi, scrive con mentalità esperta e aperta, col cuore e con la ragionevolezza, ricorda anche quella dimensione estetica dell'educare, quello stile dell'ex-ducere, il difficile e sempiterno compito del "condurre fuori", "portare via" dall'infanzia e dalle certezze della gioventù per andare incontro alla vita adulta. Il compito più arduo, che spetta a tutti i veri maestri.
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