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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2010
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Interessante ma non troppo. Non stonerebbe un maggior contributo del bravo A. Grandi che invece parla poco. Comunque fa pensare; intanto mi sembra davvero ossessiva la volontà da parte di chi ha insanguinato il paese di assicurare a ogni costo che dietro le BR non c’era nessuno: un’ossessività un po’ sospetta. E poi: io sono di sinistra e per questo provo ancora più ribrezzo nel sentire le autogiustificazioni che questi delinquenti sedicenti comunisti innalzano per i loro atti, tipo che gli uccisi sono stati colpiti in quanto simboli e non uomini. E fa davvero uno squallore immenso, anzi, uno schifo all’ennesima potenza sentire questi figuri che, dopo aver ricusato i loro avvocati difensori (a volte addirittura uccisi!) durante i processi perché non riconoscevano lo Stato, adesso a questo Stato chiedono un colpo di spugna, un azzeramento, in sostanza di tornarsene tutti quanti in libertà come se quel che è successo fosse stato solo un gioco finito male e dunque superato dai tempi. Comodo, riconoscere adesso il “nemico”, solo perchè se ne ha bisogno! E non regge neppure la tesi della “guerra” che ha fatto vittime e prigionieri e che ora, finita, dovrebbe condurre alla liberazione dei prigionieri stessi! Ma chi ha deciso che quella era una guerra? Lo Stato forse? No, loro l’han deciso, facendo chissà quanti danni proprio alla classe operaia, e adesso reclamano il colpo di spugna. E se avessero vinto loro? Forse oggi, a “guerra” finita, dimostrerebbero verso i “nemici di classe” la stessa clemenza che adesso chiedono per sè? E come osano paragonare la loro “guerra” alla Resistenza? I partigiani hanno combattuto un regime che già solo per aver trascinato l’Italia nella mattanza della Guerra mondiale avrebbe meritato di essere annientato (per non dire delle leggi razziali, dell’alleanza con Hitler, delle squadracce di bastonatori, etc.), i terroristi hanno sfogato un odio criminale verso gente onesta, spesso lavoratori e progressisti. Vergogna marcia che certa gentaglia abbia ancora il coraggio di pretendere!
Già nelle prime pagine questo libro si pone obiettivi ambiziosi, come ad esempio quello di dimostrare che la vicenda Moro sia stata un evento gestito totalmente dalle brigate rosse. Questo, tanto per fare un solo esempio. Purtroppo delle ambizioni iniziali non ne soddisfa nemmeno una. Non che la lettura di questo libro sia una perdita di tempo. Non è così: le vicende e i racconti di Fiori (non è però un libro-intervista classico), i capitoli finali su Loiacono e Casimirri, alcuni estratti delle dichiarazioni di Moretti e Morucci, sono tutto materiale interessante. Semplicemente, il risultato è molto inferiore alle premesse. Difficile trovare un testo che sia esaustivo in questa materia così complessa, ma se proprio bisogna stilare una lista delle cinque letture imprescindibili per capire meglio i suddetti eventi, bè questo libro non vi rientra. Da acquistare e leggere solo se si è già acquisita una cultura solida sull'argomento BR.
Da qualche tempo sto cercando di approfondire leggendo testi che parlano degli anni di piombo. francamente questo mi è sembrato uno dei meno interessanti fra quelli che ho letto. Non che sia privo di informazioni utili,ma complessivamente appare piuttosto frammentario. E' presentato come libro-intervista ma lo è molto poco, sopratutto rispetto ai più famosi omologhi di Moretti e Franceschini. I capitoli più interessanti sono quelli dedicati a Casimirri e Loiacono.
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