La morte di Ivan Il'ic

Il libro è certamente ben scritto, degno di cotanto scrittore. Si respira tutttavia sin dalle prime pagine un'aria ammorbata dalla pesantezza del non saper morire da parte del protagonista, circondato com'è da persone, anche consaguinee, del tutto indifferenti o disturbate dalla presenza fra di loro del moribondo. Non si racconta certamente di una morte cristiana, aperta alla speranza della vita eterna; questo almeno fino alle ultime pagine, nelle quali sopravviene qualcosa di consolatorio. Un libro che mi ha provocato angoscia; ma si tratta di un giudizio del tutto soggettivo, tenuto conto della mia visione cristiana dell'umana esistenza.

Il libro inizia annunciando la morte di Ivan Il'ic, per poi riprendere velocemente le tappe più importanti della sua vita e analizzare la sua malattia e la sua morte. Si tratta il tema con molta cura, affrontando un'analisi accurata, spaventosa e, soprattutto, realistica. I colleghi di Ivan, infatti, reagiranno alla notizia con molta leggerezza, pregustandosi già la possibile promozione, che la liberazione di un posto può provocare. Il libro è molto ben studiato, per niente pesante e si legge velocemente. Mi ha coinvolto molto. Ho apprezzato la psicologia del personaggio di Ivan, molto vero, che teme follemente la morte, ma poi finire per attenderla e quasi non volere altro che non soffrire più. La morte di Ivan Il'ic non racconta la vita e la fine di quest'uomo, ma parla del destino di tutti gli uomini.

Uno dei libri più belli che siano mai stati scritti.