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La passeggiata dell'ubriaco. Le leggi scientifiche del caso - Leonard Mlodinow - copertina
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La passeggiata dell'ubriaco. Le leggi scientifiche del caso
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La passeggiata dell'ubriaco. Le leggi scientifiche del caso - Leonard Mlodinow - copertina
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Descrizione


A ciascuno di noi, guardandoci indietro, capita di pensare che le cose sarebbero andate diversamente se non fosse stato per decisioni prese d'impulso, persone incontrate per caso, opportunità professionali inaspettate. Il nostro successo nel lavoro, negli investimenti, nelle decisioni importanti e meno importanti di ogni giorno dipende in parte da abilità innate, competenze e impegno, ma in parte anche da fattori casuali e quindi incontrollabili. Non vuol dire che il talento non sia importante, ma il legante tra le nostre azioni e i risultati che otteniamo non è diretto come ci piace credere che sia. La nostra mente ci induce spesso in errore, dai tecnici di laboratorio alle prese con i falsi positivi negli esami medici, fino agli esperti del calcolo probabilistico chiamati a deporre in tribunale, tutti usiamo l'immaginazione e l'intuito per colmare le lacune nei dati a nostra disposizione, imbocchiamo scorciatoie, crediamo di intravedere schemi ricorrenti e regolarità significative dove non ce ne sono, e giungiamo a conclusioni affrettate sulla base di informazioni incerte e incomplete. Saper compiere scelte sagge di fronte all'incertezza è una dote rara, ma come ogni dote può essere affinata con l'esperienza. Ci sono voluti molti secoli, ma la scienza ha imparato a guardare oltre l'apparenza di ordine e a riconoscere la casualità nascosta nella natura e nella vita quotidiana.
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Dettagli

2009
7 ottobre 2009
293 p., Rilegato
9788817034081

Valutazioni e recensioni

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Davide G.
Recensioni: 5/5

Affascinante, divertente, curioso. Ma rigoroso. L'autore ci conduce, scientificamente, lungo le leggi matematiche e statistiche che governano gli eventi che spesso troppo superficialmente definiamo "casuali". Radicando stabilmente le leggi che governano il caso nell'evoluzione storica che ha consentito di studiarle nel tempo, questo libro dimostra quanto spesso esse siano ignorate, con conseguenze spesso gravi, da chi più dovrebbe conoscerle: medici, giudici e tutti coloro i quali hanno a che fare con la logica e la statistica.

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Tiktaalik
Recensioni: 4/5

Il libro vuole mostrare come tante volte gli eventi dipendano dal caso,aldilà degli sforzi e dei meriti degli individui.Si parla anche di euristica e dei conseguenti errori dovuti a distorsioni cognitive,come nel caso di processi famosi.Si sottolinea che spesso il comportamento umano è imprevedibile perché irrazionale.E che tante volte bisogna diffidare dei cosiddetti esperti,che s'illudono solamente di essere tali.Per cui non dobbiamo assolutamente scoraggiarci se i nostri lavori sono a volte mal giudicati.In conclusione l'autore ricorda un episodio riguardante una sua zia,vittima dei campi di concentramento,a dimostrazione di come sia arduo progettare il futuro.E tuttavia chiude con l'invito a considerare che è vero che la fortuna può mancarci, ma altrettanto la sfortuna...

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Dario
Recensioni: 5/5

direi illuminante!! fantastico come il nostro cervello percepisce la realtà quando invece è solo una questioni di casualità legata ai numeri. Ma anche il mio voto 5 a questo punto è influenzato da fattori non oggettivi??

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Voce della critica

Scaraventati in questo mondo rimbombante e multicolore, siamo aggrediti da una quantità enorme di stimoli e, per sopravvivere e orientarci, siamo costretti a semplificare questa gran massa di informazioni inventando schemi, leggi e regole in base alle quali cercare di capire il mondo e abitare in esso prendendo le decisioni giuste. È un questione di sopravvivenza, ma anche di economia: le regole che scopriamo, o che crediamo di scoprire, ci consentono di non dover elaborare ogni volta la strategia per risolvere un problema. Per semplificarci la vita, ricorriamo a stereotipi, facciamo largo uso di pregiudizi e di aspettative preconcette. Ma, come afferma l'autore, non ci sono garanzie che i nostri schemi corrispondano alla realtà, e non siano invece costruzioni fantasiose come le costellazioni: quindi non c'è garanzia che le decisioni che prendiamo siano corrette e non ci portino invece al disastro.
La tesi principale del libro è che il caso abbia una parte essenziale tanto nei processi della natura quanto nella vita quotidiana, nel funzionamento della società, nel successo dei prodotti culturali e commerciali e via elencando. L'evoluzione, peraltro, ha reso il nostro cervello molto efficiente nell'identificazione degli schemi ricorrenti, impedendoci di riconoscere l'importanza della casualità. Anche nella scienza è stata seguita quasi sempre l'insegna del determinismo. I primi filosofi greci cercavano sotto la molteplicità caotica dei fenomeni pochi principi semplici e unificanti, e sulla loro scorta di solito ci sforziamo di trovare le regole soggiacenti per ricondurre l'aleatorietà al determinismo. Ma via via che scopriamo la complessità del mondo e della vita, dobbiamo riconoscere che questa impostazione non è sempre quella più utile e che bisogna dare al caso quel che è del caso.
Da una parte, insomma, viviamo in un mondo di incertezza e di aleatorietà, dall'altra abbiamo un estremo bisogno di certezze e ce le costruiamo come possiamo, ricorrendo a leggi che ci rassicurino quanto alle decisioni che prendiamo. Questo è quanto ci suggerisce il nostro intuito, una sorta di nocchiero ben nascosto dentro di noi che ci guida attraverso le acque perigliose dell'esistenza. È difficile trasgredire le indicazioni di questo pilota automatico, che agisce quasi sempre in base al principio di causalità e che per ogni evento tende a identificarne una causa ben precisa. È difficile ma, sostiene Mlodinow, se vogliamo comprendere meglio la realtà e prendere decisioni corrette è necessario in primo luogo comprendere che molte volte il successo o il fallimento non derivano tanto dalla capacità o dall'inettitudine, quanto da una somma di circostanze fortuite.
E qui l'autore ci accompagna in una lunga scampagnata didascalica, a volte divertente a volte tediosa, fornendoci molti esempi che illustrano la sua tesi, che peraltro è abbastanza scontata: le valutazioni compiute dai cosiddetti esperti sono spesso casuali, contraddittorie, incoerenti, improntante a stereotipi e a preconcetti. Ed ecco gli ieratici guru della finanza che solo per caso azzeccano le previsioni sull'andamento del mercato azionario, dimostrando di non meritare i lauti stipendi che incassano (specie alla luce dei disastri che hanno combinato); ecco i sussiegosi consulenti delle case editrici, pronti a bocciare libri che in seguito, se saranno pubblicati, avranno un successo travolgente (e quest'esempio è molto consolatorio per gli scrittori che non ce la fanno a emergere: spesso la colpa non è del loro scarso talento, bensì di tanti fatterelli aleatori che si rinforzano a valanga, decretando il fallimento, o all'opposto, per coloro che emergono, la riuscita, e che costituiscono un esempio emblematico del cosiddetto "effetto farfalla"); ecco gli idoli dello sport, le cui imprese, analizzate con la lente della statistica, si rivelano dovute non solo alle doti ma anche alle oscillazioni della fortuna; ecco i severi docenti che valutano con metri assolutamente soggettivi i temi d'inglese; ecco i contegnosi sommelier che, chiamati a valutare la qualità dei vini, si suggestionano l'un l'altro o emettono giudizi strampalati oppure si basano su indicazioni contestuali o su aspettative che non hanno nessun rapporto con il prezioso liquido. A questo proposito mi piace sottolineare l'evidente propensione che manifesta il nostro autore per le bevande spiritose, come risulta dai molti riferimenti al vino e a vari liquori e anche dal titolo del libro, che in versione più sobria e comune sarebbe dovuto essere La passeggiata aleatoria.
Ma il libro va più in profondità e illustra parecchi concetti fondamentali della probabilità e della statistica, pur senza diventare mai troppo pedante. Adottando un metodo storico-anedottico, Mlodinow ci introduce al concetto di spazio finito di probabilità, alla legge dei grandi numeri, al teorema centrale del limite, alla probabilità condizionata, alla distribuzione gaussiana, alla teoria degli errori, alla media e allo scarto quadratico medio e via dicendo: sempre raccontandoci storie, portando esempi, tratteggiando la vita e le peripezie dei protagonisti di questa esaltante avventura: Cardano, Galileo, Pascal, Newton, alcuni dei Bernoulli, Leibniz, Gauss e soprattutto Laplace.
E poi ancora Thomas Bayes, cui si deve il concetto fondamentale di probabilità condizionata; il negoziante londinese John Graunt, che, affascinato dalle tavole mortuarie, comprende che si possono compiere inferenze su tutta la popolazione esaminandone un campione limitato; l'astronomo belga Adolphe Quételet, che ovunque guardi si imbatte nella curva a campana della distribuzione normale e ne deduce che uno scostamento significativo è indice di qualche truffa, tema quanto mai attuale; Francis Galton, inventore del coefficiente di correlazione e della meno nobile eugenetica; Maxwell e Boltzmann, che contribuiscono a fondare la meccanica statistica; fino alla spiegazione, data da Einstein nel 1905, del moto browniano, detta anche "passeggiata aleatoria" (random walk) oppure, con espressione più pittoresca, appunto "passeggiata dell'ubriaco": un altro dei concetti onnipervasivi nel campo dei fenomeni della natura e delle pratiche socioculturali.
Ma se è vero che il caso è tanto importante, se è vero che il determinismo è un modello inadeguato dell'esperienza umana, allora, invece di rassegnarsi all'onnipotenza della fortuna, ci si può concentrare sulla ripetizione dei tentativi, con la fondata speranza che prima o poi le fluttuazioni ci diano ragione. Forse coloro che falliscono come scrittori o investitori finanziari o pittori hanno smesso troppo presto di tentare. Può sembrare sconfortante rendersi conto che la fatica e il caso siano importanti almeno quanto il talento innato, invece Mlodinow ne trae una lezione di vita: la dotazione genetica è fuori del nostro controllo, mentre gli sforzi dipendono da noi, quindi insistendo testardamente possiamo aumentare le probabilità di successo: audentes (o meglio pertinaces) fortuna iuvat. Non tutti sarebbero d'accordo su questo elogio della caparbietà, anche perché le risorse non sono infinite e spesso i giocatori più accaniti vanno in rovina.
Dovremmo imparare a considerare con scetticismo non solo le speranzose o cialtronesche profezie sul futuro, cosa che comunque fatica a entrare nella mentalità corrente, ma anche le spiegazioni sul passato: quando ormai gli eventi sono accaduti spesso si ravvisa quanto siano intramati di casualità (si veda la descrizione fornita dall'autore dell'incidente della centrale nucleare di Three Mile Island, nel 1979) e quanto importante sia la non linearità compendiata nell'"effetto farfalla".
La conseguenza, mi sembra, è una notevole diluizione della responsabilità personale, ma anche una buona cura del delirio di onnipotenza. Visto che non possiamo dominare il caso, invece di affidarci alla dubbia capacità di prevedere gli eventi, possiamo tentare di accrescere la nostra bravura a reagire a essi, coltivando qualità come la flessibilità, la fiducia, il coraggio e la perseveranza. Diffidare delle previsioni comporta anche un sano scetticismo nei confronti delle applicazioni troppo disinvolte della statistica, che tendono a ignorare il caso particolare per considerare la generalità dei fenomeni: quando i casi particolari sono le singole vite umane si rischia di prendere decisioni molto discutibili. Mlodinow non lo dice, ma sembra implicito nel suo libro che bisogna diffidare anche dei numeri, che spesso vengono sbandierati come base irrefutabile per le decisioni ma che a volte non sono che il tranquillizzante paravento dell'ignoranza. Oggi si tende a misurare tutto in cifre, ma questa vera e propria sbornia numerica, per restare in tema di ubriachezza, come tutte le sbornie è perniciosa. Se è vero che non esiste scienza di un oggetto se esso non ammette la misura e quindi una determinazione numerica, è anche vero che non di tutto si può fare scienza: le qualità, come la competenza, la felicità, il piacere e così via non possono essere misurate. La misurazione oggettiva di queste qualità è un'aspirazione vana e spesso ingannevole. Anche nei riguardi dei titoli scientifici si assiste oggi a un vero e proprio abuso delle valutazione numeriche. Si può, credo, parlare addirittura di una superstizione del numero, che vorrebbe esorcizzare il nostro timore dell'aleatorietà.
Il libro offre indicazioni etiche significative, ma restano alcune domande: poiché l'evoluzione ci ha portato a credere nelle regolarità, il che ha, o almeno ha avuto, un buon valore di sopravvivenza, tanto è vero che siamo qui a discuterne, svalutare le regolarità per riconoscere la parte che ha il caso non è forse operazione difficile e rischiosa? Cioè, non è rischioso togliere il comando all'istinto e agli stereotipi e affidarlo alla valutazione razionale, che è più lenta e meno pronta in circostanze vitali, che richiedono rapidità di decisione? Come cambierebbe la nostra vita se seguissimo le indicazioni del libro? Poiché la vita è un continuo compromesso dinamico tra economia e rapidità da una parte e correttezza e precisione dall'altra, potremmo davvero vivere meglio, modificando questo equilibrio? E poi: che cosa vuol dire "vivere meglio"? La domanda non è banale, perché interpella proprio quegli elementi soggettivi, intuitivi e istintuali che il libro vorrebbe depotenziare. Siamo a un livello logico superiore.
Per finire due parole sulla traduzione, che in generale è precisa e scorrevole, ma che qua e là denuncia qualche sbavatura, specie per quanto riguarda i termini tecnici. Forse sarebbe stato opportuno un controllo da parte di uno specialista.
Giuseppe O. Longo

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Leonard Mlodinow

1954, Chicago

Leonard Mlodinow, è un fisico, scrittore e sceneggiatore statunitense. Dopo il dottorato in fisica, è stato ricercatore e docente universitario. Ha abbandonato l'insegnamento per dedicarsi alla sceneggiatura di serie tv (tra cui Hunter, MacGyver e Star Trek: The Next Generation), ed è poi approdato al mondo del computer gaming, lanciando numerosi giochi di successo. Dal 2013 si dedica solo alla divulgazione scientifica. Tra i suoi bestseller ricordiamo Subliminal (che ha vinto il premio PEN/E.O. Wilson per la scienza), La passeggiata dell'ubriaco (Rizzoli 2010), La grande storia del tempo. Guida ai misteri del cosmo (Rizzoli 2012), Le due anime del mondo, scritto con Deepak Chopra (Sperling & Kupfer 2012), Il grande disegno, scritto con Stephen Hawking...

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