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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
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I reportage di Oriana Fallaci dal Vietnam e dalla Cambogia, la caduta di Saigon e l'abbandono del Vietnam da parte dei soldati americani, le interviste ai protagonisti di quegli avvenimenti, tutto condensato in un volume veramente imperdibile, che ripercorre ed analizza uno dei periodi storici più importanti della storia contemporanea. Per ripercorrere ed approfondire un pezzo della nostra vita che, se pur vissuto attraverso la televisione ed i giornali, ha pesantemente influito su tutta la storia mondiale.
Signori, giù il cappello! Standing ovation per una giornalista con la G maiuscola che mina il mio convincimento sull'inesistenza, in passato come ora, di un giornalismo imparziale.
Le parole sono pietre che feriscono e talvolta uccidono. E quelle della Signora Fallaci di qiuesto libro sono : dure , fredde, spigolose e svestite della garande intensita' e dell' aura fascinosa che, veste i suoi, altri, e tanti libri e Articoli. E' il lavoro , onesto , di una vera Reporter, che appunto, trascrive cio' che il suo mestiere e la sua coscienza gli impongono di riportare fedelmente. Non altro. Non diverso. Non suggerito. Non imposto. Non utile al potere o all' editore di turno. Forse, la Fallaci non fu del tutto obiettiva come qualcuno , meno noto, afferma. Dico forse. Forse, partecipo', persino con troppo ardore a fatti che avrebbero richiesto piu' distacco emotivo, piu' freddezza di parte, piu' calma di aggettivi. Dico forse. Ma sicuramente fu libera. Libera davvero.Come pochi allora , come nessuno lo e' piu' oggi. In quest' oggi del tutto privo di veri scrittori di guerra, povero, del tutto povero di talenti veri , di coraggiosi professionisti che scrivano, appunto : liberi. La Signora, che piaccia o no, che distrurbi o no, diede del tu alla storia del suo tempo. Ai grandi e meno grandi dei suoi giorni di scrittrice di un quotidiano che seppe vestire di mito. Di valore , di interesse e persino, perche' no ? Di consumo. I suoi articoli erano letti da tutti, magari non condivisi ma comunque letti, riletti e commentati con passione. C'era fermento sui suoi lavori. C'era vita. Ebbe il destino di vivere per intero ed in prima fila la guerra, tutta la guerra del Vietman e ne divenne testimone. E che testimone. E queti scritti lo dimostrano , danno la possibilita' di toccare con mano quanto fu grande la Fallaci. Ho pensato proprio questo quel giorno a Firenze, al cimitero degli Allori, nel guardare quella pietra a forma di libro, di una tomba modesta tra tanta immodestia ed esibizione di statue di marmi di fregi d' attorno. La Signora fu cosi' grande da potersi permettere un lembo di terra con una misera pietra sulla quale, qualcuno, il nipote mi dissero, ha fatto scrivere " scrittore". Null' altro.
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