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Piccolo mondo antico - Antonio Fogazzaro - copertina
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Piccolo mondo antico

Descrizione


"Piccolo mondo antico" è il romanzo del l'inquietudine. Non solo l'inquietudine politica degli anni risorgimentali, tra le delusioni del 1848 e la riscossa del 1859, ma anche l'inquietudine morale e religiosa di una nazione travagliata, disorientata da un processo di unificazione tanto tardivo quanto repentino. Così i protagonisti del racconto, Franco e Luisa, sono gli interpreti straordinariamente moderni di questa lotta d'anime: le loro vicende hanno avvinto subito migliaia di lettori, facendo del romanzo il primo grande bestseller italiano, e ancora oggi scavano nei conflitti morali di una nazione tutt'altro che pacificata. Prefazione di Ernesto Galli della Loggia.
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Dettagli

2011
Tascabile
26 gennaio 2011
405 p., Rilegato
9788817046732

Valutazioni e recensioni

3,42/5
Recensioni: 3/5
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B.B.
Recensioni: 4/5

Questo romanzo venne spesso citato dalla mia insegnante di lettere ai tempi del ginnasio ed oggi, a distanza di oltre trent’anni, ho deciso finalmente di leggerlo. Non commenterò il fervente nazionalismo antiasburgico di cui le sue pagine sono pregne e nemmeno il fatto che in esso appaiono continuamente dialoghi in dialetto (è ambientato in Valsolda), così come non commenterò altri elementi. Piuttosto, spenderò qualche parola per ciò che maggiormente mi ha colpito: la caratterizzazione del personaggio di Luisa che, come afferma Giulio Cattaneo, “è veramente la protagonista del romanzo e a lei è più vicino Fogazzaro”. Una donna "atea" che, per tale motivo, si trova a vivere in continuo attrito col marito “credente”. Questa caratterizzazione non è casuale: penso che la coppia rappresenti bene il travaglio interno dell’autore. Infatti, il romanzo venne pubblicato nel 1895, ovvero dopo il suo “ritorno” alla fede cattolica, la pubblicazione del “Malombra” (carico di occultismo e spiritismo) e l’incontro con mons. Bonomelli, personaggio “vicino alle nuove correnti del modernismo”. Chi è il “modernista”? Fondamentalmente, si tratta di un individuo che piega la religione alla sua razionalità. Questi, pur essendo uno scettico, non vuole rinunciare al conforto della religione e cerca di creare un compromesso tra razionalità e fede, così da non rinunciare alla seconda pur negandone i presupposti. Il “modernista” ha una religione di comodo che si inchina a scienza e tecnica, mettendo gli umani desideri dinnanzi ai doveri verso Dio. Mutuando Bauman, la sua è una religione “liquida” che si adatta al contenitore della storia. Ecco, Luisa incarna bene l’ateismo, più o meno consapevole, del “modernista”. Emblematico in tale senso il suo sfogo: “Non hai capito che non ci credo al suo Paradiso? Il mio Paradiso è qui!” (parte II cap.10). Non è un capolavoro, ma certamente un buon romanzo.

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B.B.
Recensioni: 4/5

Questo romanzo venne spesso citato dalla mia insegnante di lettere ai tempi del ginnasio ed oggi, a distanza di oltre trent’anni, ho deciso finalmente di leggerlo. Non commenterò il fervente nazionalismo antiasburgico di cui le sue pagine sono pregne e nemmeno il fatto che in esso appaiono continuamente dialoghi in dialetto (è ambientato in Valsolda), così come non commenterò altri elementi. Piuttosto, spenderò qualche parola per ciò che maggiormente mi ha colpito: la caratterizzazione del personaggio di Luisa che, come afferma Giulio Cattaneo, “è veramente la protagonista del romanzo e a lei è più vicino Fogazzaro”. Una donna "atea" che, per tale motivo, si trova a vivere in continuo attrito col marito “credente”. Questa caratterizzazione non è casuale: penso che la coppia rappresenti bene il travaglio interno dell’autore. Infatti, il romanzo venne pubblicato nel 1895, ovvero dopo il suo “ritorno” alla fede cattolica, la pubblicazione del “Malombra” (carico di occultismo e spiritismo) e l’incontro con mons. Bonomelli, personaggio “vicino alle nuove correnti del modernismo”. Chi è il “modernista”? Fondamentalmente, si tratta di un individuo che piega la religione alla sua razionalità. Questi, pur essendo uno scettico, non vuole rinunciare al conforto della religione e cerca di creare un compromesso tra razionalità e fede, così da non rinunciare alla seconda pur negandone i presupposti. Il “modernista” ha una religione di comodo che si inchina a scienza e tecnica, mettendo gli umani desideri dinnanzi ai doveri verso Dio. Mutuando Bauman, la sua è una religione “liquida” che si adatta al contenitore della storia. Ecco, Luisa incarna bene l’ateismo, più o meno consapevole, del “modernista”. Emblematico in tale senso il suo sfogo: “Non hai capito che non ci credo al suo Paradiso? Il mio Paradiso è qui!” (parte II cap.10). Non è un capolavoro, ma certamente un buon romanzo.

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silvia
Recensioni: 2/5

Senza dubbio un lbro molto impegnativo e intriso di significati e messaggi profondi che,tuttavia risulta troppo lontano dal nostro tempo e dal nostro modo di pensare.Esemplare per l'osservazione psicologica dei personaggi ma poco scorrevole e quindi di non piacevole lettura.

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Recensioni

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Conosci l'autore

Antonio Fogazzaro

1842, Vicenza

Scrittore italiano. Nato da una famiglia borghese impegnata in prima linea nella lotta contro gli austriaci, il giovane Antonio ha come insegnante il poeta Giacomo Zanella (dopo essere stato, secondo la sua stessa testimonianza, un enfant prodige).Conseguita la laurea in legge, a Torino nel 1864, si trasferisce a Milano, dove resterà per i successivi cinque anni. Dopo essersi sposato, e dopo aver fatto rientro - stavolta definitivamente - nella sua natìa Vicenza, dedicandosi all'attività letteraria.Al 1874 risale il poemetto "Miranda", mentre la raccolta di liriche "Valsolda" data a due anni dopo. In entrambe le composizioni si possono leggere i temi che informeranno la sua opera: una certa vaghezza sentimentale unita all'attenzione alla realtà; sommesse inquietudini...

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