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L'amore rubato
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L'amore rubato - Dacia Maraini - copertina
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amore rubato

Descrizione


Sono tutte qui le donne raccontate da Dacia Maraini, in questo piccolo libro importante. Sono qui a mostrarci qualcosa di intimo, qualcosa di necessario e doloroso. Le donne di Dacia sono forti, hanno lottato, a volte hanno perso ma non si sono mai arrese. Le protagoniste de "L'amore rubato" combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l'amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. Come Marina, che si ostina a cadere dalle scale, come Ale, che sceglie con sofferta determinazione di non far nascere il frutto di una violenza o ancora come Angela, che si addossa, aderendo alle parole della Chiesa, le colpe che una antica misoginia attribuisce alla prima disobbedienza femminile. In tutte queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell'altro una persona da rispettare e coloro che, con antica testardaggine, considerano l'altro un oggetto da possedere e schiavizzare.
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Dettagli

2012
29 agosto 2012
202 p., Rilegato
9788817060813

Valutazioni e recensioni

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Maurizia
Recensioni: 5/5

Consigliato a tutti,un libro ricco di contenuti che ti coinvolge dall'inizio alla fine.

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jumpjack
Recensioni: 2/5

Con tutto il rispetto per la maraini, mi pare che con questo libro abbia toppato. non mi convince per niente e non mi piace neppure lo stile che sembra raffazzonato e in certi punti baroccheggiante. le donne, le cospecifiche della maraini, per quanto offese dagli uomini, non trovano -secondo me-nell'autrice un valente...perry mason. è come se scrivendo di loro, la maraini sia stata avara di parole.

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Alessandra Ghetti
Recensioni: 3/5

A me è successo. Non il fatto in sé, ma il pensiero che il fatto possa succedere. Non solo perché quotidianamente le cronache aggiornano le statistiche a 2 o 3 cifre su femminicidio e violenza alle donne. Sarà forse perché porto lo stesso nome (e ogni giorno di più finisco per credere alla massima latina "in nomen omen"), ma fra le otto storie di Dacia Maraini dedicate all'Amore rubato, di quella che racconta l'aborto post-stupro di Alessandra Belli, dopo averla letta, mi è proprio capitato di portarne addosso a lungo la sgradevole sensazione. E non solo,credo, perché la penna di Dacia Maraini è e rimane magistrale (e i racconti, a mio modesto avviso, sono volutamente e scientemente lasciati in una veste linguistica che pare solo un 'abbozzo'). Non tutte noi che amiamo anche scrivere siamo Oriana Fallaci, capaci di dedicare toccanti 'Lettere ad un bambino mai nato', ma tutte noi donne di ogni tempo e Paese, mamme o non mamme, nascondiamo dentro istinti materni e paure ancestrali. Come quella che, prima o poi una violenza di gruppo possa riguardarci da vicino, quando meno te lo aspetti. E poi pensare di dover trascorrere notti insonni a decidere sul destino di un feto. A me il dubbio nella mente era balenato anche prima che la Maraini ne scrivesse e che il tema della violenza sulle donne fosse 'di moda' nell'agenda setting dei media. Molto prima di affezionarmi all'appuntamento del venerdì con le storie di "Amore criminale" raccontate per immagini da Camilla Raznovich o Barbara de Rossi. Il dubbio che attanaglierebbe qualsiasi donna è più che umano: tenere o no il bambino, dovendo inventare favole speciali sulla sua origine e la vita del padre? E insegnargli che l'uomo è cacciatore ma la donna è pescatrice e non preda. La protagonista ha già deciso ma la rabbia sotto pelle della storia è tutta nella scoperta che un "famoso presentatore televisivo" è fra gli stupratori ed il muro di omertà maschile anti-denuncia diventa così veramente invalicabile. (Alessandra Ghetti)

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La recensione di IBS

Una lunga fedeltà si direbbe quella di Dacia Maraini alle donne, e non solo per la comune appartenenza di genere, quanto piuttosto per un’etica ben precisa che la vede sempre impegnata in prima linea nella lotta contro la violenza e i soprusi sulle donne.
L’amore rubato è il titolo del suo ultimo libro, un titolo che è chiaramente un ossimoro: se consideriamo che il principio costitutivo alla base dell’amore, e cioè il “dare”, com’è possibile anche solo pensare di estorcere un sentimento? Eppure talvolta – spesso - accade anche questo: quando l’egoismo, la perversione, l’ossessione si impossessano delle persone ottenebrando loro la mente e impedendogli di mantenere la lucidità, è la violenza a prendere il sopravvento. Gli otto racconti dell’Amore rubato parlano proprio di questo, della violenza che nasce dalla debolezza, dall’insicurezza e soprattutto dall’incapacità di amare davvero.
È la storia della giovanissima Marina Savini che il dottor Gianni Lenti, medico del pronto soccorso, si trova più volte a medicare a causa dei diversi traumi riportati, segni evidenti delle percosse di un marito ossessivo e violento; di Venezia, una bambina miracolosamente concepita dopo anni di matrimonio, e cresciuta dal padre come una regina di bellezza, senza che il genitore possa rendersi conto degli effetti negativi e deleteri di una simile educazione; o, ancora, di Francesca, una ragazzina dodicenne un po’ ingenua e provocante, violentata da quattro suoi coetanei, poi assolti dalla giustizia, dalla gente del paese e dall’opinione pubblica.
Le storie scorrono così, in maniera naturale sotto la penna della Maraini che anche in questo caso si conferma come “la scrittrice delle donne”. Dalla sua, oltre alle qualità scrittorie, l’abilità di mantenere il giusto equilibro: l’autrice infatti non restituisce solo un’immagine negativa degli uomini, descrivendoli come mostri capaci di terribili atrocità e violenze, ma indugia anche sulla debolezza del genere femminile, spesso incapace di denunciare i propri compagni. Ecco allora che la denuncia diventa duplice, poiché è rivolta tanto a chi si macchia di violenza, quanto a chi la subisce in silenzio. La testimonianza romanzata di queste storie di dolore suona quindi come un invito a non arrendersi, a non piegarsi, soprattutto a non dimenticare che la prima vera forma di amore è l’amore verso se stessi.

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Conosci l'autore

Dacia Maraini

1936, Fiesole

Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre venti paesi. La madre, Topazia, era pittrice e apparteneva a un’antica famiglia siciliana; il padre, Fosco Maraini, era un etnologo che, vinta una borsa di studio, nel 1938 trasferisce la famiglia in Giappone per portare avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido. Ma nel 1943 il governo giapponese, in base al patto d'alleanza cha ha stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò, e poiché i due rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo, dove patirono la fame. Nella sua collezione di poesie...

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