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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2014
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Esposizione dal taglio prevalentemente politico e culturale, mette in luce le contraddizioni ideologiche che hanno determinato e accompagnato il primo conflitto mondiale. Il resoconto è interessante perchè non si sofferma sui dati militari; tuttavia a volte risulta ripetitivo e disordinato negli aspetti trattati e, d'altro canto, manca un approfondimento degli aspetti sociali.
Libro originale, il cui merito principale è quello di portare il lettore lontano dall'aspetto militare, per permettergli di scoprire in quante forme il grande conflitto influì sulla vita degli italiani, sulla loro mentalità, sull'idea stessa di guerra e di vita civile. Partendo dal concetto di guerra totale,Gibelli passa in rassegna i cambiamenti della figura femminile, chiamata a sostituire quella maschile in tanti lavori; quelli dell'infanzia, lentamente coinvolta in una prospettiva di riserva nel conflitto di lunga durata; i fermenti di rivolta sociale dell'estate 17 e poi, centrale, il peso del disastro di Caporetto. Nel capitolo dedicato a questo immenso e tragico avvenimento e in quello successivo, dedicato all'elaborazione della memoria del conflitto, l'Autore tocca l'apice della sua finezza argomentativa. L'evento dell'ottobre 17, sviscerato nelle sue componenti (sgomento collettivo, degrado dell'organizzazione militare, crollo dei riferimenti istituzionali, occupazione di territori veneti fra saccheggi, violenze sulle donne e tentativi di convivenza forzata) e la memoria successiva della sconfitta, prodromica però al successo miltare di Vittorio Veneto. L'immenso lutto collettivo (650000 morti giovani e giovanissimi) diventa un grandioso momento di rielaborazione e trasfigurazione orgogliosa del dolore in amore di Patria. Due i passaggi fondamentali: il Milite Ignoto e i Parchi delle rimembranze, fra 21 e 22, entrambi compendiati al massimo grado nel sacrario di Redipuglia. Molto interessanti anche i frequenti richiami finali a quanto il disordine violento instillato nella mente dei sopravvissuti dalla brutalità e dalla coazione bellica, abbiano facilitato, con la loro carica eversiva e antipolitica, la contestazione dello spirito parlamentare e delle stesse istituzioni liberali, fino all'esito estremo della nascita del fascismo.
Ottimo strumento, chiaro e scorrevole, per un primo inquadramento dell'esperienza collettiva della grande guerra, nei suoi aspetti sociali e di "mentalità". Interessanti le riflessioni, a più riprese approfondite nel libro, sul legame essenziale fra esperienza bellica e fascismo.
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