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La storia, gli ideali, le battaglie e le passioni di uno
dei politici italiani più amati
del Novecento, nelle parole
delle persone a lui più vicine.
L’incontro tra Veltroni sedicenne e il futuro
leader del Pci avviene nel 1971. “Era di
una timidezza che incuteva timore, mi piaceva
la sua faccia, assomigliava alle sue
idee. Capii che stava facendo qualcosa di
grande, mi ha cambiato la vita: all’epoca
la politica era un vento che entrava nelle
case.” Ma chi era quell’uomo schivo che è
riuscito a trasformare il Partito comunista
in una grande forza capace di raccogliere
il consenso di un italiano su tre? Veltroni lo
racconta attraverso le testimonianze della
figlia Bianca, di Emanuele Macaluso, Giorgio
Napolitano, Aldo Tortorella. Colloqui
inediti e toccanti che ripercorrono gli snodi
essenziali della sua storia – e della nostra –
dal rapporto con l’Urss e gli Usa nel ricordo
di Richard Gardner allo scontro con le
Brigate rosse rievocato da Alberto Franceschini,
passando dalla celebre intervista di
Eugenio Scalfari fino all’ultimo comizio raccontato
dall’uomo della sua scorta Alberto
Menichelli. Il risultato di questo mosaico
di voci è un affascinante e non scontato
spaccato del nostro Paese nel ricordo di un
leader che ne ha radicalmente trasformato
la storia. Perché “il partito di Berlinguer era
quello dell’onestà, della speranza civile, del
riscatto sociale. Era composto e diretto da
persone che credevano in quello che dicevano
e da milioni di semplici cittadini che
sentivano di essere parte di un progetto
generale e riempivano la loro esistenza del
significato civile e morale, di una identità
laica, di una missione in cui la parola politica
trovava il suo senso popolare più vero”.
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