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Semplicemente magnifico! Alberto Angela ha il dono di farti sentire come se camminassi sulle strade della città, vedendo tutto con i tuoi occhi, respirando gli odori, osservando le persone e sentendole parlare.
libro bellissimo, piacevole da leggere, che ci porta a vivere le ultime ore di pompei con i suoi inconsapevoli abitanti... pieno anche di poesia e di umanità, oltre che di notizie storiche e scientifiche accurate.
E' un bellissimo e interessante libro che consiglio vivamente di leggere,per niente pesante, sembrerà di fare una passeggiata nelle ultime ore della bellissima Pompei.Alberto ha detto:Cerco di far entrare il lettore, usando la penna come fosse una telecamera. Io aggiungo che dentro a queste pagine c è molto molto cuore grazie Alberto.
Recensioni
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Tutti abbiamo studiato a scuola la storia degli antichi Romani, qualcuno si ricorderà vagamente le gesta di Cesare in Gallia, qualcun altro di Cicerone, altri di Augusto. Quasi nessuno però li considera veramente nostri vicini: sepolti in un passato lontano, i loro fantasmi appaiono e scompaiono senza lasciar traccia, magari quando visitiamo il Colosseo.
Invece Alberto Angela sceglie di “riportarli” nel nostro mondo e di renderceli fratelli: nel suo nuovo libro I tre giorni di Pompei seguiamo quasi fisicamente gli ignari pompeiani nei tre giorni antecedenti lo scatenarsi della collera del vulcano, in un affascinante e dettagliatissimo viaggio nel tempo (a proposito, sapevate che il Vesuvio all’epoca non si vedeva? E che la sua eruzione è stata 50.000 volte più potente della bomba di Hiroshima?). Scelta ardita: l’autore decide di raccontare le storie vere di persone vere, in uno scritto corale, dal sapore quasi cinematografico, ma rigorosissimo. Attraverso le lettere di Plinio il Giovane a Tacito, veniamo catapultati nella Pompei del 79 d.C., dove conosciamo la ricca matrona Rectina, l’attrice Novella Primigenia, il vecchio banchiere Lucio Cecilio Giocondo, il rampante politico Gaio Cuspio Pansa, il liberto Flavio Cresto e tutte le altre persone che popolavano al tempo la città poi martoriata e che ci ricordano tanto alcuni personaggi di oggi. È con i loro occhi che assistiamo, inermi, alla mercé della natura e degli dei, alla più grande catastrofe del mondo antico. È con loro che viviamo gli ultimi giorni in serenità, affaccendati nella vita quotidiana; è con loro che rimaniamo impietriti dal terrore, quando si annuncia, inesorabile, l’inizio della fine per Pompei.
«Le stelle che ora brillano lo fanno un’ultima volta sulle sue vie, sui giardini interni, sui tetti e sui suoi magnifici affreschi». Il libro racconta persone, arredamenti, luoghi: ogni casa, ogni graffito, ogni vicolo urla una storia tranciata di netto; pare che i Romani siano andati via da poche ore dalla città, eppure, la cenere dell’eruzione arriverà fino in Groenlandia.
Alberto Angela ci prende per mano, in un count-down incalzante e angosciante in cui ci mostra la città brulicante di vita prima (con le sue osterie, i suoi lupanari, le sue terme) e l’immane tragedia della sua distruzione poi, seguendo ora per ora, minuto per minuto, il destino di chi tenta di scappare ma non può. Seguiamo col fiato sospeso i segni premonitori: scosse di terremoto, mancanza d’acqua, forte odore di zolfo, mandrie di pecore trovate morte, statue d’argento inspiegabilmente annerite. Ma nessuno aveva capito che fosse arrivata la fine del mondo: come un mare nero che sale inesorabile, il destino inghiottirà la città, cancellandola dalla Storia e dal tempo. Attraverso la stupefacente ricostruzione dell’autore, siamo lì quando il panettiere chiude il forno, e lo riapriranno gli archeologi quasi 2000 anni dopo ritrovando le pagnotte perfettamente conservate; siamo lì quando una giovane coppia deve attraversare un ponte per salvarsi, e se lo vede crollare davanti; siamo lì quando ogni via di fuga è tagliata; siamo lì quando Rectina scruta il mare in attesa di Plinio che la venga a salvare dalla furia del vulcano; infine, siamo lì quando, nel day after, si contano i morti del più grande cataclisma che l’antichità abbia mai conosciuto.
Ma, ancora più importante, siamo qui ora, mentre passeggiamo tra i vicoli, le case e le domus di Pompei, in cui tutto sembra essersi fermato, cristallizzato come in un’istantanea. Pare impossibile sia accaduta una tragedia del genere: eppure, in pochi secondi, Pompei è diventata una città abbandonata da millenni. «Non c’erano déi, e quella era l’ultima notte del mondo».
Alberto Angela, nel suo bellissimo – e a tratti commovente – libro, restituisce dignità alle migliaia di morti dimenticati perché troppo lontani, restituisce verità ai volti dei pompeiani, restituisce colore ai sorrisi dei bambini di un mondo che è stato e che non è più. E restituisce a noi il dovere di ricordare. Un libro che ti rimane dentro, quello di Angela: corredato di una ricca e bella iconografia, rigorosissimo negli studi e nelle citazioni, frutto della sua più che ventennale ricerca; ma anche un libro così vicino a noi, così coinvolgente e vero da dare i brividi, quasi 2000 anni dopo.
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