Il giro del mondo in 80 pensieri

Bisognerebbe fruire dei romanzi, dei film e della televisione cum grano salis. Cioè, a pizzichi da spargere sul piatto forte della scienza, per insaporare la vita. Chi invece pretende di cibarsi di solo sale non rimane sano a lungo, e presto muore di fame intellettuale. Come sta appunto facendo l’Occidente, e forse l’intero mondo.

Se nel romanzo di Jules Verne il motore propulsore del viaggio che spinge i protagonisti a girare il mondo in 80 giorni è il mero desiderio di vincere una scommessa, nel saggio del matematico Piergiorgio Odifreddi il carburante è costituito dal puro desiderio di conoscenza mista a un pizzico di sana curiosità. Se in Il giro del mondo in 80 giorni il lettore si imbatte in rocambolesche avventure che portano con sé l’impazienza di terminare la corsa, in Il giro del mondo in 80 pensieri quella fretta non c’è; piuttosto prevale il gusto di poter assaporare ciò che il mondo ha offerto e che continua ad offrire all’uomo attraverso otto continenti che l’autore sceglie di osservare e di condividere: Politica, Religione, Storia, Scienza, Matematica, Filosofia, Letteratura e Arte.
Durante lo scorrere delle pagine, si susseguono rapide fotografie scattate ai politici che dai tempi di Lincoln amano mentire e rendere il dibattito pubblico una rappresentazione vacua e ben lontana dall’originario sistema di democrazia. L’autore visita la Scienza e la Matematica dove troviamo gli scienziati/divi cool come Newton, Einstein o Nash, o ancora lo studioso Poiretti che insieme al filosofo Wittgenstein pensa all’importanza dell’aspetto ludico della matematica; ci imbattiamo in Calvino, scrittore particolarmente sensibile alla scienza e ai numeri; o in Edward Nelson che nel 2011 annuncia di voler dimostrare l’inconsistenza della matematica contemporanea.
Arrivano poi le pagine dedicate alla Letteratura, dove ripercorriamo gli interrogativi che gli intellettuali si sono posti su Dante e che si sono riversati in innumerevoli opere, e alla Filosofia, alla Storia e all’Arte dove – tra i tanti personaggi – Odifreddi ricorda l’antesignano delle macchine fotografiche, Caravaggio, e il compositore tedesco Stockhausen.
L’autore grazie al sui occhio razionale, logico e rigoroso ci regala un’insolita esplorazione con un itinerario bizzarro e tutto da scoprire.