Il grande crollo

Prezioso racconto del crollo economico del 1929 scritto da un pregevole economista, nonché funzionario e diplomatico canadese naturalizzato statunitense. Evento che ha fatto scuola e ha insegnato qualcosa per un cinquantennio, per poi cadere nell'oblio con il riemergere dei più accesi istinti capitalistici, penetrati poi nella politica, che, nel giro di venti anni, ha rimosso tutti quei meccanismi di protezione issati affinché quella carastrofe non si verificasse più. Ma, senza grosse sorprese, si è ripresentata e stiamo ancora lottando per uscirne. Sono molti gli aspetti in comune tra le due crisi, ma forse quello più significativo riguarda come le innovazioni finanziarie, gli Investment trust ieri e le cartolarizzazioni nel 2008, assieme al credito elargito troppo facilmente, siano stati uno il combustibile e l'altro il comburente di entrambe le combustioni economiche.

Anche se mi aspettavo di leggere un testo che desse una prospettiva storica più ampia, l'opera di Galbraith, ormai divenuta un classico, è una sorta di cronostoria del disastro. Ci racconta con uno stile scorrevole e adatto a tutti i meccanismi perversi della speculazione del '28-'29, come questa ha fatto implodere la borsa e le ricadute su tutta l'economia americana.

Sembra di poter dire "sicuri che sia di 90 anni fa?" la crisi più annunciata, quel misto fra l'essere tutti colpevoli e vittime allo stesso tempo