Ricordi, sogni, riflessioni

Si tratta di un libro decisamente interessante che ci costringe a riflettere ed a prendere posizione su argomenti anche controversi. Chi scrive questa recensione è un fisico matematico, quindi di formazione molto lontana da quella di Jung. L'approccio di Jung è interessante dato che è tanto radicale quanto lo è quello della fisica dei processi fondamentali. Il punto di partenza è però differente. Jung parte dalla prima evidenza che ognuno di noi ha: la propria mente, e ri-costruisce la realtà a partire da essa ed i suoi fenomeni, con un impressionante acume e sensibilità. Al contrario degli scritti teorici di Jung che, per chi ha una formazione scientifica derivante dalle scienza "dure", risultano essere piuttosto difficili da comprendere, l'approccio autobiografico di questo libro lo rende di più facile lettura e decisamente appassionante (almeno in alcune parti). Lo scoglio maggiore è il confronto con l'accettazione di Jung di fenomeni parapsicologici (uno dei punti di rottura con Freud).

Opera fondamentale questa per conoscere lo Jung uomo e la genesi della sua individuazione. Lo rileggo spesso.

Davvero geniale l'idea dell'editore zurughese Kurt Woolf: chiedere a Jung la propria biografia sapendo che egli l'avrebbe scritta solo a patto di poterla dettare ad un suo allievo, come in una seduta psicoanalitica. Così è stato. Anjela Jaffè, allieva di Jung, ne raccoglie i pensieri, e questi mentre detta, si esamina, riflette su se stesso, ripensa, risistema. Così, accanto al dato autobiografico- gli anni della scuola e dell'università, i viaggi, l'inizio dell'attività psichaitrica, il fondamentale incontro con Freud - troviamo anche lo sviluppo del pensiero teorico del grande psicoanalista. Il glossario riportato in appendice, insieme ad un gruppo di lettere tre delle quali firmate da Freud, è utilissimo al lettore per meglio orientarsi nell'appassionante materia, che è biografica e scienfica nello stesso tempo.