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Adispetto dell’accoglienza piuttosto fredda ricevuta alla sua prima rappresentazione nel 165 a.C., La suocera è certamente uno dei capolavori del teatro occidentale e uno dei punti nodali della ricerca artistica terenziana. Con Terenzio, infatti, il teatro non è più solo un pretesto di divertimento ma diventa l’occasione per conoscere più a fondo se stessi e riflettere criticamente sui luoghi comuni e sulle convenzioni sociali. La commedia ha il suo centro nella figura di Sostrata, che, ingiustamente accusata di aver fatto fuggire la nuora dal tetto coniugale, smentisce e ribalta con il suo comportamento il cliché della suocera gretta ed egoista e rappresenta, insieme alla cortigiana Bacchide, l’esempio di una umanità più autentica e profonda. Marina Cavalli approfondisce nell’introduzione il rapporto fra il teatro terenziano e le sue fonti greche.
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Ottima traduzione.
Magistrale,piacevole e scorravole scrittura del commediografo latino Terenzio che racconta con una leggera ironia una vicenda problematica. Tra i personaggi più diveretenti c'è sicuramente Parmenone che con le sue sue continue ed inutili commissioni sarà fondamentale per lo svolgersidella commedia. Opera brillante che consiglio,poichè non ci vogliano conoscenze specifiche e la lettura completa non pretende nemmeno due ore. "Una moglie obbediente,una madre onorevole e una suocera invidiabile":ci potrebbe essere scritto così sull'epigrafe di Sostrata,personaggio umile e modesto che si discosta dallo stereotipo della suocera invadente,vecchia e petulante.
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