Chadzi Murat

Gesù disse: “Lazzaro, il nostro amico si è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. Dai tempi del nostro risorgimento il Sud, forse, a differenza di Lazzaro aspetta ancora una palingenesi e un risveglio. Ma non tutti dormivano in quell’epoca: i cosiddetti “Briganti” non lo erano e lottavano contro quelli che predicando una fratellanza unificatrice non avevano in realtà alcun rispetto per la cultura e le tradizioni di quei popoli da sempre oppressi, effettuando, di fatto, una vera operazione di colonizzazione. I nuovi “mostri” furono combattuti e sterminati senza pietà in nome di una superiore “civiltà”. Il pregio del libro “LAZZARO CAMMINA DI NUOVO” di Adriana Bruno e Domenico Guidera e quello di aver riproposto il punto di vista “altro” mediante il racconto di una storia d’amore e di costume che mette in risalto il contesto sociale post risorgimentale del sud d’italia. La “severa lezione” impartita agli “irregolari” lungi dal risolvere la questione meridionale la aggravò, e incancrenì la vita politica e sociale e la contrapposizione Nord-sud. Il romanzo si apre con il ritrovamento di una appassionata lettera d’amore in dialetto siciliano di Nando sapienza a Nilù e prosegue con un intreccio godibile che si inserisce nel contesto storico della lotta al brigantaggio evidenziando già nell’apertura con la frase “Frati do’ Nord cun rabbia sparari sui frati do’ Sud” una realtà di incomprensione e violenza. Il libro è scorrevole e interessante impreziosito, inoltre, da una veste grafica accattivante.

Opera di Tolstoj che ho apprezzato più di Anna Karenina e La Morte di Ivan Il'ic ma meno della Sonata a Kreutzer. Ambientazione e storia abbastanza esotiche e avvincenti, prosa non particolarmente prolissa. Speravo però in più descrizioni di usanze e paesaggi caucasici.

Sul finire della vita, Tolstoj scrisse questo piccolo capolavoro. Riguarda una vicenda epica, ma dalla forti sfumature umane. Meravigliosamente orchestrato, con un'attenzione a tutto tondo all'intera realtà sociale e politica in cui la storia è ambientata (memorabile il ritratto dello zar), contiene un messaggio filosofico di altissimo livello e conserva, dall'inizio alla fine, un ritmo serrato.