Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
La follia di Ercole - Lucio Anneo Seneca - copertina
La follia di Ercole - Lucio Anneo Seneca - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 49 liste dei desideri
La follia di Ercole
Attualmente non disponibile
9,50 €
-5% 10,00 €
9,50 € 10,00 € -5%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
9,50 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
9,50 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
La follia di Ercole - Lucio Anneo Seneca - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Le tragedie di Seneca rivestono, nella storia della letteratura, un'importanza particolare. Oltre a costituire l'unico esempio superstite di teatro tragico latino ed essere state il modello imprescindibile del teatro rinascimentale ed elisabettiano, contengono, in forma poetica, le stesse questioni etiche affrontate nelle opere in prosa. Ciò è particolarmente evidente nella Follia di Ercole. Scritta sul modello dell'Eracle di Euripide, Seneca ne cambia profondamente il significato e il senso: e in Ercole che, fatto impazzire da Giunone, stermina la moglie e i figli, il nucleo sorgivo della follia non risiede più nell'intervento divino, ma nella stessa complessa personalità dell'eroe. L'introduzione di Elena Rossi guida il lettore nel percorso filosofico-poetico di Seneca e ne offre un'interessante chiave interpretativa.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

1999
Tascabile
5 maggio 1999
192 p.
9788817172851

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

chiara
Recensioni: 5/5

Su modello dell'"Eracle" di Euripide, Seneca crea forse una delle sue tragedie più mature e interessanti. Qui non è più l'intervento divino la causa, l'origine della follia omicida dell'eroe, bensì egli stesso e la sua complessa personalità, incline alla tracotanza, all'alta opinione che ha di sé e al suo continuo procrastinare sull'emotività. Molto interessante e suggestiva la descrizione del mondo degli Inferi fatta da Teseo (descrizione che influenzerà sia Virgilio che lo stesso Dante) e il terzo coro in cui, attraverso l'evocazione dell'ultima impresa di Ercole (la cattura di Cerbero, e la liberazione di Teseo), vengono fatte varie dissertazioni sull'inevitabilità della morte, dissertazioni che si ritrovano nelle opere filosofiche di Seneca. Forse non allo stesso livello di impatto drammatico e stilistico della "Medea" o della "Fedra", ma sicuramente un'interessante è suggestiva prova drammaturgica che ha fatto ha ispirato l vari autori successivi (ad esempio, oltre a quelli sopra citati, lo stesso Shakespeare). Da leggere!

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica


scheda di Beta, S. L'Indice del 2000, n. 06

Strano destino davvero, quello di Eracle: se il mito lo celebra come il più grande eroe dell'antichità, il teatro classico ne mette in luce gli aspetti meno eroici e più inquietanti.
All'interno della tradizione letteraria e della produzione artistica, Eracle è soprattutto il protagonista delle dodici fatiche, una serie di imprese celebrata anche dagli autori cristiani, come per esempio nella
Consolatio Philosophiae di Boezio, dove i duri labores di Ercole diventano le prove che gli uomini forti devono superare per poter raggiungere, grazie alle loro vires ("forze"), la virtus ("virtù"). L'eco di queste fatiche giunge pressoché intatta fino ai moderni, attraverso un incessante stillicidio di nuove interpretazioni; nel 1972 G. Karl Galinsky pubblica da Blackwell un saggio, The Herakles Theme, dedicato alle varie facce che l'eroe, nato a Tebe dall'ennesima relazione adulterina di Zeus, mostra a partire da Omero fino ad arrivare al ventesimo secolo.
Sulla scena teatrale, però, le cose cambiano, e non di poco. Nella commedia attica - ma anche in quel genere letterario tutto particolare chiamato "dramma satiresco", dove alcune vicende mitiche venivano riviste in chiave comica -, Eracle si trasforma in un personaggio completamente diverso: l'eroe diventa il paradigma del ghiottone e si trasforma in un gigante dal ventre smisurato disposto a qualunque cosa pur di divorarsi un manzo intero e di scolarsi damigiane di vino. E non solo: il lato comico della situazione è accentuato dal fatto che nella maggior parte dei casi l'eroe finisce per rimanere a bocca asciutta, dando così origine alla macchietta dell'"Eracle affamato", dell'"Eracle defraudato del pranzo". Se si guarda invece alle tragedie rimaste, ci si accorge come il teatro antico abbia focalizzato la propria attenzione su due momenti specifici della vita dell'eroe. Se le
Trachinie di Sofocle e l'Ercole sull'Eta attribuito a Seneca ne narrano la tragica fine, provocata dal dono mortale del centauro Nesso, l'Eracle di Euripide e l'Ercole furente di Seneca puntano il loro obiettivo su un altro drammatico episodio, l'assassinio della moglie e dei figli a causa dell'odio di Era/Giunone.
L'
Eracle è stato pubblicato da Rizzoli nel 1997, nella traduzione di Maria Serena Mirto, e da Garzanti nel 1999, tradotto da Umberto Albini; sempre nel 1999, e sempre nella "BUR", è uscito l'Ercole furente, a cura di Elena Rossi. Nella sua ricca introduzione, la curatrice insiste sulle differenze tra la versione euripidea e quella senecana, sottolineando come le modifiche strutturali attuate dal filosofo latino rispondano a un diverso canone interpretativo della realtà: se in Euripide l'improvvisa follia che lo spinge al massacro della sua famiglia appariva sostanzialmente "immotivata o, meglio, indotta dalla pura crudeltà divina", in Seneca la pazzia che sconvolge la mente dell'eroe è vista come "vero e proprio delirio di potenza, che si manifesta come volontà di dominio totale", e si presenta "come lo stadio patologico dell'ambizione eroica a oltrepassare i limiti".
Resta comunque, anche nel lettore moderno, lo sgomento di fronte a una vicenda così profondamente tragica: quando una disgrazia improvvisa colpisce un uomo al colmo della felicità senza che egli ne sia né consapevole né, tantomeno, colpevole, non esistono parole capaci di consolarlo.

Simone Beta

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Lucio Anneo Seneca

(per distinguerlo dal figlio filosofo) (Córdoba 55 ca a.C. - Roma 40 ca d.C.) scrittore latino. Di famiglia equestre, soggiornò giovanissimo a Roma, ove ebbe modo di ascoltare i maggiori oratori, e vi rientrò poi in età matura con la famiglia. Scrisse un’opera di storia contemporanea, andata perduta, e una raccolta di Controversiae (ce ne sono giunti 5 libri su 10) e Suasoriae (1 libro su 2) il cui titolo d’insieme era: Oratorum sententiae, divisiones, colores. Si tratta di declamazioni tenute da illustri oratori e maestri di retorica, di genere rispettivamente giudiziario (su fatti immaginari della vita quotidiana) e deliberativo (su temi del mito e della storia), ricordate dalla prodigiosa memoria di S.

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore