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TRENTIN, BRUNO / UGOLINI, BRUNO, Il coraggio dell'utopia. La sinistra e il sindacato dopo il taylorismo, Rizzoli, 1994
LUCAS, ULIANO (A CURA DI), Flm. La storia, le immagini, Petruzzi, 1994
GALLI, PIO / PARTEGATO, GIANCARLO, Fiat 1980. Sindrome della sconfitta. Intervista a Pio Galli, Ediesse, 1994
scheda di Campetti, L., L'Indice 1995, n. 2
Il fantasma del 1980 continua ad aggirarsi per il sindacato italiano. Non sarà semplice aiutarlo a trovar pace e non sarà possibile finché anche l'ultimo rimosso non verrà riacciuffato e, con coraggio, decriptato. Sarà come riaprire una ferita, dunque doloroso ma inevitabile per avere la meglio sull'infezione. Il fantasma ha un nome: i 35 giorni della Fiat, l'autunno degli operai e del sindacato. Una lotta indimenticabile si concluse con un accordo tra l'organizzazione dei metalmeccanici (la Flm) e la multinazionale dell'auto che ratificò le ragioni dell'azienda: gli operai "eccedenti" - termine odioso che antepone la presunta oggettività dell'economia alle ragioni e ai bisogni di uomini e donne in carne e ossa - furono espulsi dalle fabbriche. Un accordo, secondo molti, imposto dalle condizioni materiali, cioè da una sconfitta subita sul campo dagli operai. Forse non erano 40.000 i capi, i tecnici, gli impiegati che in un grigio mattino d'autunno sfilarono per le strade di Torino imponendo le loro ragioni di classe, ma erano sicuramente troppi per un movimento operaio aggrappato da 35 giorni ai cancelli della fabbrica, solo con l'immagine di Karl Marx contrapposta con un malcelato senso dell'orgoglio all'effige della Madonna appesa dai lavoratori polacchi ai cancelli di Danzica.
Già nel titolo del suo bel libro, "Fiat 1980. Sindrome della sconfitta", l'allora segretario della Fiom Pio Galli offre una chiave di lettura dell'evento: l'accordo non fu una sconfitta perché la pretesa Fiat di licenziare gli operai eccedenti non passò, e si ottenne la cassa integrazione. Con "luci ed ombre", certo. L'ombra maggiore consiste nel fatto che la contrazione di lavoro non fu divisa tra tutti i lavoratori ma scaricata su alcuni, scelti dall'azienda. La cassa integrazione a rotazione tra tutti, obiettivo di chi aveva gestito o rappresentato i 35 giorni di lotta, non era passata. Aggiunge Pio Galli che frange radicali, "estremiste" ma interne al movimento operaio, gridarono ingiustamente al tradimento e negando i contenuti positivi dell'accordo decretarono: sconfitta. Può non essere condivisibile la lettura di Pio Galli, ma non si può negare il coraggio e l'onestà di questo protagonista che dopo quindici anni rivendica il valore e la giustezza di quella lotta, riproponendo persino il linguaggio del 1980 che oggi a molti (a troppi) appare estremistico in quanto classista.
Bruno Trentin, che aveva difeso l'accordo dell'80, torna a riflettere sui 35 giorni e la conclusione della vertenza Fiat. Lo fa con un saggio introduttivo al libro di Pio Galli e in "Il coraggio dell'utopia", in cui l'ex segretario della Cgil risponde alle domande del giornalista Bruno Ugolini. Trentin parla di "una sconfitta per insufficienza di progetto" e aggiunge: "Sottovalutammo il fatto che ogni accordo esiste per come è vissuto dalla gente. E se l'accordo è vissuto come una sconfitta, anche se è stato approvato da un'assemblea, diventa due volte una sconfitta". Un bel passo avanti. Aspettiamo il prossimo, quando si ammetterà che quell'accordo non fu approvato da alcuna assemblea, come ricorda Marco Revelli in "Lavorare in Fiat". Per completare il nostro percorso segnaliamo anche un libro fotografico, curato da Uliano Lucas: "Flm. La storia, le immagini".
Il fantasma dell'80 continua ad aggirarsi tra di noi, anche se abbiamo cominciato a interrogarlo. Perché possa trovar pace dobbiamo aiutarlo a ricomporsi e finalmente accettarlo. Non è forse questo che ci insegna "Il Fantasma di Canterville"?
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