Le notti di Salem. Ediz. illustrata

Già nella prefazione King fa capire che non è sua intenzione sfidare "Dracula" di Stoker, anzi dice che è stato uno dei motivi che lo ha ispirato a scrivere il suo libro. In effetti tra i due libri ci sono parecchie analogie e potrebbe anche essere visto come una trasposizione di "Dracula" ai giorni nostri. Proprio questo elemento rende, forse, il racconto di King più reale e pauroso perchè qui i vampiri non abitano castelli sperduti in Transilvania ma si insediano in una tranquilla cittadina del Maine (Jerusalem Lot), rendendo il pericolo molto più vicino alla nostra realtà quotidiana. Tutto ciò è possibile grazie alla grande abilità e minuziosità con cui King descrive questo piccolo paesino e non ci vogliono molte pagine prima che il lettore si senti completamente immerso nell'atmosfera del luogo.

Sulle capacità narrative di King non si discute, sarebbe in grado di vendere ghiaccio agli eschimesi, tuttavia ho trovato l'idea di trapiantare il conte Dracula nello stato del New England una mossa prettamente commerciale e, a libro concluso, priva di originalità e colpi di scena. Di fatto in ballottaggio, come cita lo stesso King, con "Road-work" che secondo l'opinione del suo editor di allora Bill Thompson avrebbe attirato l'attenzione di una parte di critica più seria, venne preferito quest'ultimo per le maggiori possibilità di tramutarsi in "Best Seller". Per chiudere reputo "Le notti di Salem" una piacevole lettura, tuttavia i capolavori del Re sono altri.

50 e 50 Siamo in presenza di un King ancora molto acerbo che riadatta la storia di Dracula, scopiaz, emmm ispirandosi a Stocker e qua sta la nota davvero negativa. I vampiri all'epoca non erano ancora abusati come ora, tuttavia odorano di "arsenico e vecchi merletti"; non dico di fare una cosaccia alla Twilight, ma una svernatina eh? Barlow è un cliché unico, diventa persino una macchietta nel suo scimmiottare il Conte. Tuttavia, fingiamo di non prendere neppure in considerazione i vampiri, le cose che davvero fanno tremare sono quel senso di male acquattato che deve rivelarsi, il quale cresce senza sosta, pian piano. Le parti più pregevoli sono la descrizione del paese e del male connaturato nell'animo umano, ma soprattutto ho adorato Marsten House, che "incarna" e porta ad un livello altro (non dico superiore) la visione delle case maledette del gotico canonico (Usher e Hill House su tutte); la vera protagonista è lei e mi ha davvero terrorizzato, più di tutti i vampiri messi assieme del libro.