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I giorni della parola. Il Vangelo secondo Giovanni e la poetica - Salvatore Lo Bue - copertina
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I giorni della parola. Il Vangelo secondo Giovanni e la poetica
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I giorni della parola. Il Vangelo secondo Giovanni e la poetica - Salvatore Lo Bue - copertina
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Descrizione


Nei Vangeli, e sopra tutto nel Vangelo di Giovanni, nascono personaggi del tutto nuovi, determinati da una matrice letteraria che sarà determinante per la narrativa occidentale. Personaggi complessi che nello spazio di pochissime battute in dialoghi serratissimi diventano figure universali, non archetipiche né astratte, ma purissime espressioni dell'Anima nel suo contatto con Dio. In ogni loro atto si sente la Vita che corre e pulsa e fugge e dilegua ma sembra fermarsi nell'istante decisivo dell'Incontro con Gesù. Essi hanno insieme la concretezza psicologica degli eroi omerici e l'astratta lontananza degli personaggi veterotestamentari, ma vanno oltre Odisseo e Abramo, elementi simbolo della dicotomia proposta da Auerbach nel capitolo sulla Cicatrice di Ulisse in Mimesis. Parlano e agiscono animati da quella misteriosa energia che emana da un incontro mistico: forme di quella fede che non è adesione incondizionata a un progetto spirituale, ma sommovimento interiore, dolorosa emozione che nasce dall'incontro col divino. Questo libro racconta i tre anni vissuti da Gesù, l'Opera di Dio (oergon qeoà), tra di noi, dei segni miracolosi, della vita, della passione e della sua morte.
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Dettagli

2013
25 settembre 2013
128 p., Brossura
9788820452360

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Piero Canale
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Il problema del Prologo

Non si trattano in questo libro questioni teologiche o di fede, ma di poetica. Poetica che Aristotele definisce scienza, rigorosa operazione creativa e che indaga l'origine, il divenire e il manifestarsi dell'atto di poesia. La struttura della narrazione evangelica (in questo caso quella di Giovanni) ripropone i principi della poetica aristotelica. Nel vangelo di Giovanni abbiamo la rappresentazione di un'azione seria, complessa e compiuta in se stessa, con una certa estensione, con uno stile opportuno in ogni sua parte e che racconta una storia che è principio e anima dell'opera, la storia di Gesù. I fondamenti dell'azione tragica canonizzati da Aristotele si riscontrano nel nodo, ossia «tutti questi casi che sono estranei all'azione propriamente detta, e spesso anche taluni di quelli che fanno parte di essa azione, costituiscono il nodo. In altre parole, chiamo nodo quella serie di casi che vanno da ciò che si prende come principio della favola fino a quel punto della tragedia da cui immediatamente si inizia la mutazione da uno stato di infelicità a uno stato di felicità o viceversa»; e poi nello scioglimento del nodo che avviene attraverso un'azione tragica complessa che comprende sia le peripezie sia il riconoscimento. Il lavoro di Lo Bue si limita semplicemente ad applicare le rigorose leggi della poetica aristotelica a uno dei quattro vangeli. Tuttavia, il libro mostra un aspetto non secondario, che si rivela il problema centrale della poetica del vangelo di Giovanni. E all'autore va il merito di averlo esaminato in maniera attenta. Il "problema" si chiama Prologo del vangelo di Giovanni. Sempre riferendoci all'Aristotele della Poetica, il filosofo sostiene che la verità abbandona la ragione della poesia, è cade ogni rapporto tra essenza e parola. L'unica scienza in grado di pensare l'essere in quanto essere è la Metafisica. È tolto pertanto ogni orizzonte celeste alla poesia. La poesia non è più dono del dio, ma soltanto una scienza, un'operazione creativa.

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