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scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1994, n. 8
A dieci anni di distanza dal primo ciclo del dottorato di ricerca in Italia, il volume propone una rilettura e un rilancio del fenomeno, attraverso un'indagine condona su dottori, dottorandi, docenti, coordinatori ed esaminatori coinvolti nei primi cicli. I risultati dell'indagine svelano parecchi elementi di insoddisfazione, segnalati tanto dagli studenti quanto dai docenti: i primi per via della scarsa valorizzazione della loro esperienza, della precarietà, e delle prospettive occupazionali; i secondi per le difficoltà burocratiche e organizzative, e per gli scarsi incentivi all'insegnamento nei corsi attivati. Ma il brutto anatroccolo, come racconta la fiaba, porta in sé potenzialità di una migliore identità; questo è il messaggio degli autori, che si preoccupano, innanzitutto, di inquadrare il fenomeno in una prospettiva internazionale, e di portare alla luce, in modo propositivo, gli elementi di un dibattito sulla natura e sulla finalità del dottorato, che è molto più sviluppato all'estero che in Italia. La prima parte del libro perciò è di natura più critica, e passa al vaglio le caratteristiche strutturali di questo istituto: programmazione, autonomia, organizzazione didattica, valutazione, sono solo alcuni dei nodi cruciali attorno ai quali si viene invitati a riflettere con una documentata proposta di dati e di testimonianze dall'estero. Al termine della presentazione dei risultati dell'indagine, il capitolo conclusivo indica le strade perché la metamorfosi del brutto anatroccolo si compia. Ma sbaglia chi si aspetta delle indicazioni e delle ricette precise. Volutamente infatti si insiste sui criteri che informano le scelte di fondo della ricerca scientifica, e, quindi, sul ruolo che al suo interno si intende attribuire al dottorato, forse la vera questione che va risolta prima di mettere mano e riforme e a iniziative di rilancio.
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