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Nella medicina attuale convivono grandi trionfi per pochi e rinunce alla cura per molti. In Perù ad essere maggiormente a rischio di ammalarsi e a non aver accesso alle cure sono soprattutto le popolazioni indigene, di origine rurale e a scarsa scolarità, cioè coloro che sono stati anche particolarmente colpiti dalla violenza della guerra. Di fronte a queste iniquità quale può essere il ruolo delle tradizioni mediche "altre"? I progetti destinati al riscatto delle tradizioni ritenute "a rischio" servono a migliorare la salute? Non sarebbe meglio porsi come obiettivo una maggiore equità come già enunciato dalla Primary Health Care? Partendo dalla ricerca nell'area di Cuzco, il testo descrive la capacità di terapeuti e malati di reinventare metafore e pratiche mediche, che forse contribuiranno a curare le ferite inferte dal conflitto, anche se difficilmente potranno colmare le lacune del sistema biomedico. In attesa di riforme profonde, le persone che ora stanno ricostruendo la loro vita e identità sollecitano risposte che mettono in crisi il nostro approccio al mondo indigeno.
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