La bottega dell'orefice. Meditazioni sul sacramento del matrimonio che di tanto in tanto si trasformano in dramma

Appassionante, quasi drammatico per l'intensità del pathos che sprigiona ogni battuta del copione. Un capolavoro a firma di un uomo innamorato dell'amore e deciso a ricambiarlo con tutto il suo estro e la sua intelligenza poetica. Consigliato a chi vuol conoscere i confini impossibili del matrimonio, culla accogliente dell'amore umano.

Le tre storie che si susseguono e si intrecciano tratteggiano in modo singolare l’inizio e il percorso di rapporti di coppia. Impalpabili ma reali come petali le sensazioni provate durante la lettura. A tratti si può rivivere il proprio percorso e lo si riscopre con il realismo dell’oggi che non toglie nulla alla sua “antica” bellezza e intensità. E’ un’opera teatrale più che di lettura, per cui mi sarebbe piaciuto tanto gustarla da spettatrice. Certi dialoghi o monologhi perdono di efficacia e incisività nella lettura. Per esempio alcune reiterazioni nella lettura possono appesantire la narrazione, nella recitazione diventano strategie per meglio focalizzare e fissare riflessioni, emozioni, sensazioni. Il linguaggio pur se semplice, nel lessico e nelle strutture, rinvia ad altro significato, va interpretato. Per cui è un libro che si presta ad una rilettura. Non c’è del moralismo esplicito, ma si percepisce una certa tendenza a condurre per mano il lettore verso quella che all’autore appare la Strada maestra.

Bellissima riflessione sul matrimonio e l'amore scritta da un Papa che ho molto amato per la sua forza e per il coraggio di mostrarsi fragile