Luce del mondo. Il papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald

In questo libro-intervista, Luce del mondo, Papa Benedetto XVI si racconta con il giornalista tedesco Peter Seewald compiendo, come ha affermato il portavoce padre Federico Lombardi durante la presentazione ufficiale del volume in Vaticano, un «atto di vero coraggio comunicativo». Seewald, che è stato redattore di Spiegel, Stern e della Süddeutsche Zeitung, aveva intervistato già due volte Joseph Ratzinger quando era cardinale. Da quei dialoghi lo stesso giornalista ne uscì trasformato, ritrovando la propria fede e ne nacquero due libri che furono best seller internazionali: Il sale della terra del 1996 e Dio e il mondo del 2000. In questo volume a parlare non è più un cardinale, è il Papa. Che dimostra la stessa sincerità di un tempo in una serrata sequenza di domande e risposte, senza evitare alcun quesito. Assistiamo a una conversazione di tipo unico nella storia della Chiesa: mai prima d’ora, in un incontro personale e diretto, il Papa si era espresso sui problemi più scottanti della religione, dell’etica e della società.
Benedetto XVI in queste pagine affronta, tra gli altri, lo scottante tema degli abusi compiuti da alcuni preti nei confronti dei minorenni e si dichiara sconvolto e scosso nell’intimo da quei peccati così gravi. A seguito di quei reati, spiega il Pontefice, «la fede come tale diviene non più credibile» e «la Chiesa non può più proporsi in maniera convincente come annunciatrice del Signore». Per evitare questa conseguenza, papa Ratzinger parla esplicitamente di amore della verità, di punire chi ha peccato contro il vero amore, di un male che era dentro la Chiesa da estirpare, di prendersi cura delle vittime degli abusi, di non far finta di non vedere e di non lasciare che i colpevoli continuino nei loro misfatti. Parole severe e definitive verso quei preti irlandesi, americani e tedeschi resisi responsabili di tali comportamenti scandalosi.
Vi è poi un passo nel libro, del quale gli opinionisti hanno molto discusso, sul tema della sessualità e della lotta all’AIDS. Ratzinger dichiara che «vi possono essere singoli casi motivati, ad esempio quando uno che si prostituisce utilizza un profilattico, e questo può essere un primo passo verso una moralizzazione, un primo elemento di responsabilità». La Chiesa, secondo quanto leggiamo in queste pagine, nell’intenzione di diminuire i pericoli di contagio e di umanizzare la sessualità, non sarebbe più contraria all’uso dei profilattici.
Il testo prosegue con varie riflessioni sul pontificato e sulle relazioni con le altre fedi, nelle quali Benedetto XVI insiste sull’unità della Chiesa latina con il mondo ortodosso, fratello e vicino alla chiesa di Roma sulle questioni etiche. Emerge la volontà del Papa di parlare a nome di tutti i cristiani del mondo, la tendenza ecumenica a quell’unità della cristianità che non è mai andata completamente perduta. Questo spirito unitario, nel pensiero del Papa, è stato utile anche ai vescovi nominati in Cina e alla loro battaglia per la libertà di culto in un Paese ancora dominato politicamente dal Partito comunista cinese, nel quale ultimamente ci sono state maggiori aperture alla Chiesa. Il Papa si sofferma anche sui nuovi contributi da offrire al dialogo interreligioso con le altre grandi fedi monoteiste, Islam e Ebraismo, sul rapporto fra tolleranza e verità e sul diritto della persona a cambiare fede religiosa.
Una lettura che lascia un segno, che aiuta a riflettere sul senso dell’essere cristiani al giorno d’oggi e che, attraverso le parole della guida di 1,2 miliardi di cattolici nel mondo, cerca di offrire risposte alla crisi di valori del nostro tempo.