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Andrè Neher è un grandissimo autore.
Recensioni
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scheda di Regina, L., L'Indice 1991, n. 1
A questo studio, pubblicato in Francia nel 1966 e tradotto oggi, a due anni dalla scomparsa dell'autore, si deve la prima restituzione a tutto tondo del pensiero del Maharal di Praga, gran rabbino nella Boemia di fine secolo XVI, autore di un sistema all'interno del quale trovano posto le istanze fondamentali del secolo umanistico accanto alle componenti costanti della teologia ebraica. Neher, sedotto dall'organicità che il Maharal ottiene mettendo in comunicazione realtà che mantiene nella loro paradossalità, usa la giustapposizione, e non il raccordo, come strumento espositivo, in modo che nessuna sintesi intervenga dall'esterno a imporre una mediazione che deve invece scaturire dallo squilibrio stesso. È per la tensione che gli elementi esistono. Una struttura dialettica considerata sottostante a ciascun livello della realtà consente al Maharal di legittimare ciascuna dimensione in se stessa: per quella orizzontale, tensione è uguale a dinamismo; per quella verticale, la più familiare al teologo, tensione significa problematicità del rapporto Dio-uomo, un rapporto che Neher definisce "non confortevole n‚ per l'uno n‚ per l'altro". Infine la diagonale: la dimensione dell'"emsa", del mezzo, nozione quasi ineffabile, tanto che si offre più all'incontro che alla spiegazione; si trova sul passaggio; è fra i differenti, "li integra in un valore che li sorpassa rispettandoli, che li mantiene rendendoli pieni".
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