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La San Paolo ha preso un grande abbaglio:le avventure galanti di una geologa con la scusa di voler scrivere di ecologia e difesa del territorio...
Dalla narrazione appassionata di una lotta combattuta ai margini della grande cronaca nasce il racconto coinvolgente di storie fatte di solitudini e silenzi. Una terra spaccata rappresenta l'affresco epico di luoghi capaci di emozionare e di personaggi a cui ci si affeziona fin dalla prima pagina. Davvero eccellente.
un romanzo originalissimo che riesce a coniugare eleganza di scrittura, impegno civile e una storia appassionante e struggente ; una riflessione di ampio respiro sulla bellezza che sembra ritrarsi dal mondo e che invece merita di essere ricercata quando si nasconde e merita che si lotti per essa quando subisce sopraffazione
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Assai prima che Franco Arminio, scrittore irpino, si inventasse la paesologia, scienza dei paesi dimenticati dell'Irpinia dal post terremoto del 1980 a oggi, Emilia Bersabea Cirillo, scrittrice e architetta, ne aveva fondato le basi in un suo preziosissimo libro edito dalla piccola casa napoletana Filema, Il pane e l'argilla (1999). Il pane e l'argilla era un viaggio nei paesi della terra dell'osso, ovvero nella Campania interna, silenziosa, boscosa, montuosa, fitta di centri antichi e abbazie scoperchiate, di grandi distese erbose battute dal vento, di pascoli e di storie poco raccontate. Ed è qui, su questo stesso territorio che Cirillo, avellinese doc, ambienta il suo nuovo romanzo, Una terra spaccata, che sin dal titolo denunzia un dolore. Un dolore pubblico perché, come è noto, a seguito dell'emergenza rifiuti campana, è in progetto di realizzare un'enorme discarica in uno dei luoghi simbolo dell'Irpinia, il Formicoso, il più grande bacino idrografico del Mezzogiorno, un luogo di incantata bellezza dove al massimo potrebbero sorgere pale eoliche, come quelle che già girano all'altezza di Candela, e, contro questo progetto, si sono mossi abitanti e intellettuali, incluso il musicista e scrittore Vinicio Capossela.
Un dolore anche privato, però, quello indicato dal titolo, perché è la protagonista, Gregoriana, a provarlo. Venuta a Napoli da Roma per compiti d'ufficio (è proprio lei a dover certificare, con altri tecnici, la fattibilità della discarica in località Però Spaccone), la donna incontra nel piccolo hotel napoletano che la ospita Filippo e se ne innamora. Gregoriana ha un legame con un uomo sposato e che al momento è sul fronte di un'altra guerra, si trova a Gaza, fra palestinesi e israeliani, a cercare di comporre dissidi. Filippo, invece, è solo, da sempre: prima proprietario dell'albergo che ora lo ospita, si è ridotto a vivere in due stanze, con la sola compagnia dei libri di poesia russa che ama.
Filippo ha un segreto, Gregoriana cerca di venirne a parte, ma, soprattutto, fra i due personaggi si intreccia un'amicizia di solitudine, un amore platonico che Gregoriana cerca invano di comporre. Tema portante del romanzo è l'amore per la bellezza perduta e la necessità di difenderla fino allo stremo, per conservare alla terra e alle persone uno scampolo di futuro: Cirillo lo declina abilmente e senza smottamenti sentimentali. Bellissimo è anche l'ingegner Misuraca, che ci viene presentato come un "Kevin Costner napoletano", ma che cerca di convincere Gregoriana a dichiarare il falso purché la discarica si faccia. E bella appare Napoli, ma dannata, corrotta, rovinata: la città che ha perso la sua bellezza o l'ha venduta è il luogo dove si prendono decisioni per vendere e corrompere la bellezza ancora intatta del Formicoso. Tuttavia, dice Cirillo, esiste un'anima incorruttibile delle cose e bisogna lottare per questa: come nei cicli arturiani un re senza una spada è causa di una terra senza re, così in Una terra spaccata occorre ritrovare il Graal, anche se Filippo, che si improvvisa Parsifal, di colpo innamorato del Formicoso come di una ritrovata patria, fa la fine mancata di un eroe e muore per un incidente durante una manifestazione di protesta.
Cirillo non è nuova al tema della solitudine come diversità, ma anche come osservatorio privilegiato per la vita: erede, come molti scrittori dell'Appennino, di una tradizione fortissima in Italia, la letteratura delle province, che ha dato i migliori nomi del Novecento, da D'Arzo a Delfini a Celati a Tondelli, una letteratura assai spesso attenta ai luoghi dimenticati dalla storia, Cirillo ha raccontato la sua Irpinia l'Avellino degli anni settanta, prima del terremoto, quando grandi eventi musicali vi avvenivano e visitatore abituale ne era Luigi Nono anche nell'antologia collettiva curata da Generoso Picone, Le frane ferme. 4 racconti sull'Irpinia (pp. 154, 12, Mephite, Atripalda 2010, con lei Marco Ciriello, Franco Festa, Franco Arminio), nei racconti Fragole (Filema, 1996) e Fuori misura (Diabasis, 2001) e nel romanzo L'ordine dell'addio (Diabasis, 2005).
In Una terra spaccata la narrazione si fa al tempo stesso più articolata e più distesa, indice di un nuovo approdo stilistico, e la solitudine si apre ai fronti di guerra, sia pur di guerre che prevedono implicite e inevitabili sconfitte perché è di conflitti insanabili che si narra, a partire dalle lettere di Enzo, l'amante di Gregoriana, dal fronte israeliano-palestinese, sino al fronte del Formicoso che, come invece accade nella realtà che viviamo, fuori dell'ordine romanzesco di Cirillo, ha come sola difesa un blog, "Comunità provvisoria", che ancora si batte per la salvaguardia dei luoghi finiti nel tritacarne della politica e dell'irresponsabilità collettiva. Ultimo, ma non meno importante protagonista del romanzo, il silenzio dei luoghi, della mente, del cuore: anche questo lo abbiamo quasi del tutto perso.
Antonella Cilento
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