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Le ragioni dell'equità. Principi e politiche per il futuro dello Stato sociale - copertina
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Le ragioni dell'equità. Principi e politiche per il futuro dello Stato sociale
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Le ragioni dell'equità. Principi e politiche per il futuro dello Stato sociale - copertina

Descrizione


La sinistra del nostro paese si presenta con ritardi di riflessione circa la necessaria trasformazione qualitativa del welfare state. A partire da questa considerazione si sviluppa la riflessione sui principi, sulle caratteristiche di fondo, sui fondamenti morali e culturali che necessitano per dare vita a una nuova configurazione di welfare. Sono tre le finalità verso cui sono indirizzati i contributi di quest'opera: le ragioni che spingono a rifiutare il modello dello stato sociale residuale; giustizia eguaglianza e solidarietà quali parole chiave nell'elaborazione delle politiche sociali; le giustificazioni economiche del welfare state anche come ricongiunzione tra politiche economiche e politiche sociali.
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Dettagli

1994
1 febbraio 1994
208 p.
9788822061591

Voce della critica


scheda di Longhi, M., L'Indice 1994, n.11

Il 'welfare state' è oggetto di un dibattito, ormai lungo negli anni, volto a coglierne le insufficienze ideali e politiche, da un lato, o a proporne il rilancio per una società trasformata nelle sue coordinate e nella sua dinamica, dall'altro. La riflessione che si è sviluppata intorno a questo fenomeno tocca evidentemente i principi su cui si regge, le sue peculiarità strutturali e procedurali, nonché i fondamenti di spessore valoriale e culturale cui ispirarsi nella sua progettazione e riforma. Si tratta di un dibattito che attraversa tutte le società occidentali avanzate e che, intrecciandosi intimamente con le componenti più strettamente politiche ed economiche, non può non interrogare, e prepotentemente, i partiti della sinistra. La configurazione dello stato sociale, anzi, li tocca sul vivo della loro definizione di identità in merito ad alcune categorie sempre più difficili da declinare nella società complessa, soprattutto se in rispondenza alla scelta di campo fondamentale tra una posizione di "destra" e una di "sinistra": ad esempio l'impronta universalistica o particolaristica; oppure il peso e le interrelazioni tra giustizia, eguaglianza e solidarietà nella formulazione delle politiche sociali; l'esplorazione e la ridefinizione di alcuni classici 'trade-offs' quale quello tra efficienza ed equità; o ancora la valutazione in termini economici del 'welfare state' e la precisazione delle sfere di influenza dello stato e del mercato; e così via. Tutte queste dimensioni sono esplorate con una notevole pluralità di apporti nel volume curato da Laura Pennacchi, che raccoglie gli interventi a un seminario nazionale organizzato dal Pds nel maggio del 1993. Vi si trovano contributi di sociologi (Massimo Paci, Adriana Luciano, Nicola Negri, Maurizio Ferrera, Gosta Esping-Andersen), di politici (Anna Catasta, Alfonsina Rinaldi), di filosofi (Claudia Mancina) e di economisti (Domenico Mario Nuti, Stefano Zamagni, Elena Granaglia, Ugo Ascoli), insieme con un eccellente apparato introduttivo e conclusivo della curatrice. Oltre che come strumento per entrare in profondità nel dibattito in corso, il volume si segnala anche come momento di verifica per lo stato dell'arte delle politiche sociali in Italia (e quindi, anche, per il ruolo della sinistra) dopo le elezioni politiche della scorsa primavera.

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