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Dante. Il paradigma intellettuale. Un'inventio degli anni fiorentini - M. Luisa Ardizzone - copertina
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Dante. Il paradigma intellettuale. Un'inventio degli anni fiorentini
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Dante. Il paradigma intellettuale. Un'inventio degli anni fiorentini - M. Luisa Ardizzone - copertina

Descrizione


Studio di intellectual history che valuta la natura teologico-filosofica e retorico-poetica della cultura dantesca, questo volume ricerca e stabilisce una continuità/discontinua tra la Vita nova, la sua tematica della "loda" e le prime due canzoni che il Convivio commenterà. La capacità di porre relazioni tra contenuti culturali lontani è parte di quanto viene considerato e apre alla metodologia su cui si strutturerà il Convivio e a modelli culturali futuri.
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Dettagli

2011
1 aprile 2011
XXVI-264 p.
9788822260437

Voce della critica

  Nel secondo contributo di storia intellettuale del medioevo, avviato sui fondamenti dello studio cavalcantiano, Maria Luisa Ardizzone rilegge sotto una luce nuova gli anni fiorentini della formazione poetica, teologica e filosofica di Dante; anni che si mostrano decisivi per la maturazione degli interessi e l'acquisizione delle dottrine che di lì a poco daranno sostanza al fecondo dialogo tra le pagine della Vita Nuova e quelle del Convivio. È questo un dialogo retrospettivo la cui continuità/discontinuità rivela il senso più profondo della giovanile poetica della lode nell'elezione di un paradigma intellettuale che guarda al sapere filosofico e teologico come al proprio referente privilegiato. Ardizzone arriva a scoprire così che la poetica della lode, da Donne ch'avete, non solo funziona come un catalizzatore di esperienze bibliche e neoplatoniche-cristiane, aristoteliche, mistiche e retoriche, ma restituisce, soprattutto sulla scorta dell'auctoritas agostiniana, il valore teologico di "una lingua mentale che l'essere umano condivide con le creature angeliche". La poetica della lode svolge e riannoda il filo rosso del pensiero dantesco dalle canzoni del libello a quelle del trattato, mettendo in luce le influenze esterne, dal primato cavalcantiano al suo superamento sulla via poetico-filosofica segnata invece da Guinizelli. Attraverso lo studio delle poetrie medievali, invece, la studiosa individua nella poesia delle canzoni la funzione capitale della retorica della transumptio, modo espressivo che mira a superare il linguaggio ordinario per stabilire un dialogo con il celeste. In quest'uso è contenuta la sfida intellettuale di Dante: "Parlare di pensiero umano e della condizione di simulitudo con le intelligenze angeliche a partire da Voi che 'ntendendo, e insieme di diversità, ma anche di somiglianza con il divino". Sulle note della felicità mentale si aprirà, non a caso, il Convivio. Libro arduo per le numerose questioni dottrinali che affronta, per le fonti che investiga e compara, scritto in continua tensione verso la perspicuità del dettato difficile (fino a indulgere talvolta all'ansia ricapitolativa), è, a mia conoscenza, il contributo organico più illuminante sul nodo compositivo che unisce il libello al trattato nell'ideale costruzione del macrotesto dantesco. Si attende con vivo interesse l'uscita in America del volume gemello, incentrato sul Convivio ma rivolto, con ogni probabilità, anche all'orizzonte della Commedia. L'ulteriore articolazione critica del paradigma intellettuale di Dante, oltre a tracciare una mappa esaustiva dei percorsi ermeneutici aperti tra libello e poema, potrebbe fornire una chiave di lettura nuova e convincente dell'opera dantesca nel suo complesso, a una distanza di sicurezza da ogni possibile tentativo di leggere quest'ultima come poesia autonoma dalla dottrina e viceversa. Igor Candido

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