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L'avventurosa storia dell'uzbeko muto
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L'avventurosa storia dell'uzbeko muto - Luis Sepúlveda - copertina
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avventurosa storia dell'uzbeko muto

Descrizione


Dopo averci commosso con le sue favole, dopo il successo del libro a quattro mani con Carlo Petrini sulla possibilità di un'esistenza diversa, che riscopra il piacere della lentezza e della condivisione, Luis Sepúlveda racconta in un «romanzo in storie» il passato e i sogni di una generazione. E lo fa attraverso la lente dell'affetto e dell'ironia, che stempera le tensioni e ci riporta intatti le passioni e i momenti di entusiasmo della sua giovinezza militante. A partire dal personaggio più vistoso del libro, l'uzbeko muto, che non è né uzbeko né muto. Si tratta infatti del peruviano Ramiro, vincitore di una borsa di studio all'Università Lomonosov, che sogna, come tanti studenti del Terzo Mondo, un'istruzione sovietica nella Patria del Socialismo. Peccato che a Mosca non ci sia nulla di quello che interesserà davvero a Ramiro, cioè le ragazze, la musica e l'alcol. Peggio gli va quando tenta di avvicinarsi a Praga, dove si dice che tutte queste cose abbondino, per approdare invece in Uzbekistan, con un freddo glaciale, gente che parla solo russo e nemmeno un goccio d'alcol, perché è un paese musulmano. Come tornare almeno a Mosca? Affidandosi agli espedienti di un pope avvinazzato e fingendosi appunto uzbeko (e muto)...
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Dettagli

3
2015
5 marzo 2015
160 p., Brossura
9788823511286

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 3/5
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Diego G
Recensioni: 4/5

Non so quanto ci sia di reale ed autobiografico e quanto di romanzato in questo libro però, mi è piaciuto.

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Desy
Recensioni: 4/5

È una rivelazione! Una raccolta di racconti di due giovani rivoluzionari cileni che raccontano le loro avventure nel Cile degli anni '70: "Tra sorriso e nostalgia, queste pagine ci fanno rivivere il bel sogno di essere giovani senza chiedere il permesso"

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Michele Lucivero
Recensioni: 4/5

Nove racconti, nove affondi nei ricordi dell’autore, nella sua esperienza politica in qualità di fedele guardia dal corpo del Presidente Allende. Esiste un filo conduttore tra di essi che va al di là della memoria e della incredibile vicinanza tra il continente sudamericano e l’Europa, inesauribile laboratorio di idee ed esperienze politiche. Tale filo rosso è riposto nella speranza, nel tentativo ancora oggi vivo di dare un senso a quelle esperienze di liberazione che hanno visto coinvolti personaggi la cui autenticità e grandezza non possono essere scalfiti dalla degenerazione che talvolta gli ideali subiscono.

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La recensione di IBS

In questo “romanzo in storie” Luis Sepúlveda racconta il passato e i sogni della sua generazione, e lo fa attraverso la lente dell’affetto e dello humour.

Nato in Cile, Luis Sepúlveda ha lasciato il suo Paese al termine di un’intensa stagione di attività politica, conclusasi drammaticamente con l’incarcerazione da parte del regime del generale Pinochet. Autore di libri di poesia, romanzi e racconti, ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore. Amatissimo dal suo pubblico, e in particolare dai lettori italiani, ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, uno dei libri più letti degli ultimi anni.
Tra sorriso e nostalgia, questo suo nuovo romanzo, formato da una ricca concatenazione di racconti uniti da un filo comune, ci fa rivivere “il bel sogno di essere giovani senza chiedere il permesso”. Ed è proprio ai ragazzi con cui ha condiviso questo grande sogno che l’autore dedica il libro: “Alle mie compagne e ai miei compagni di militanza nelle Juventudes Comunistas de Chile e nella Federación Juvenil Socialista”, giovani di grandi speranze che nel dicembre 1965, insieme a Marcos, si preparavano a fare la rivoluzione.
Ma cosa c’entra la rivoluzione con l’ “uzbeko muto” che dà il titolo al libro? Lo scopriamo leggendo l’avventurosa storia del peruviano Ramiro, vincitore di una borsa di studio all’Università Lomonosov, che sogna, come tanti studenti sudamericani, un’istruzione sovietica. Peccato che a Mosca non ci sia nulla di quello che interesserà davvero a Ramiro, cioè le ragazze, la musica e l’alcol, così come rimarrà deluso durante tutte le sue peregrinazioni per mezza Europa, da Praga, all’Uzbekistan. Alla fine non gli resterà che tornare a Mosca, attraverso percorsi rocamboleschi, rischiando tutto e soprattutto fingendosi uzbeko e muto.
Una storia che ancora una volta ci fa comprendere l’importanza della tolleranza tra popoli.

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Conosci l'autore

Luis Sepúlveda

1949, Ovalle (Cile)

È stato uno scrittore cileno. Militante di Unità popolare, fu costretto a lasciare il paese in seguito al colpo di stato che mise fine al governo di Allende. Il suo impegno di militante ecologista lo spinse a partecipare a diverse missioni dell’organizzazione ambientalista «Greenpeace». Esordì nella narrativa con la raccolta di racconti Cronache di Pietro Nessuno (1969), cui sono seguiti Le paure, le vite, le morti e altre allucinazioni (1986) e Taccuino di viaggi (1987). Si impose definitivamente con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (1989), cui fecero seguito Il mondo alla fine del mondo (1989), Un nome da torero (1994), storia di spionaggio ambientata fra la Patagonia e la Germania, La frontiera scomparsa (1994), l’originale...

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