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scheda di Viacava, A., L'Indice 1989, n. 2
È ormai fuori discussione per tutti coloro che si occupano di fasi precoci dello sviluppo, il fatto che fin dalla nascita esista una interazione comunicativa in cui non solo il comportamento della madre, come è ovvio, ha degli effetti sul neonato, ma il neonato stesso incide in modo attivo e spesso positivo su quello materno e paterno: esiste cioè fin da subito una fitta rete di scambi relazionali.
Aperto da un cenno sul significato del termine interazione in diverse discipline, dalla filosofia alla biologia genetica, seguito da una breve ricostruzione dello stesso concetto nella teoria dei sistemi (von Bertalanffy), e nella pragmatica della comunicazione (Watzlawick), il libro di Lebovici passa ad occuparsi dell'interazione primitiva madre bambino e del processo di attaccamento esaminando il punto di vista delle più importanti correnti psicoanalitiche. L'autore quindi descrive le diverse competenze e capacità del bambino, con una attenzione per il costituirsi del legame madre bambino, e per i vari mezzi comunicativi genitore-neonato (tatto, suono, sguardo), senza trascurare la relazione con il padre e con i fratelli.
Il capitolo conclusivo, oltre a trarre un senso dal lavoro svolto, ha il pregio di porsi delle domande sui possibili effetti della diffusione di questo tipo di conoscenze e dell'eventuale uso distorto delle medesime, non ultimo quello di costituire un ennesimo modello ideale fonte di angosce e di zeli. Rispetto alla ormai numerosa letteratura sull'argomento, questo libro si differenzia per essere riuscito a dare, dello studio dello sviluppo delle interazioni sociali e dei processi cognitivi, una lettura da un vertice psicoanalitico che ha permesso di evidenziare l'importanza delle componenti inconsce implicate nel farsi interattivo.
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