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La psicologia dinamica: una eredità del XX secolo
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1994
1 marzo 2000
640 p.
9788826310220

Voce della critica


recensione di Battaggia, P., L'Indice 1994, n. 9

Scrivendo questo manuale Giordano Fossi ha avuto la possibilità di collocare nella cornice più ampia della psicologia dinamica i numerosi contributi alla ricerca nei campi della psicoanalisi e della psicoterapia per i quali è noto da tempo. Rispetto ad altre opere sullo stesso argomento, come il recente testo di Giovanni Jervis, la crisi del pensiero freudiano e degli orientamenti che ne sono derivati è posta al centro dell'attenzione in misura tale da fare apparire indissolubilmente legato alla psicoanalisi anche il destino della psicologia dinamica.
La critica dei fondamenti teorici della psicoanalisi e delle sue applicazioni pratiche è condotta in modo sistematico e radicale. Fossi, pur non condividendone sempre le conclusioni, si rifà ampiamente alla ricerca sviluppatasi fin dagli inizi degli anni settanta all'interno della psicologia psicoanalitica dell'Io da parte di autori quali Géorge Klein, Gill, Schafer, Peterfreund, Spence, Holt, Rubinstein, Rosenblatt, Thickstun, noti in Italia anche ad opera dello stesso Fossi. Come psicoanalista italiano, sottopone allo stesso trattamento, talvolta ancora più severo e sbrigativo, orientamenti da noi molto seguiti, come quelli di Melanie Klein, di Bion, di Meltzer, di Kohut. Con uno sforzo di obiettività abbastanza insolito da parte di un non aderente a tali scuole prende in considerazione anche il pensiero dei dissidenti come Jung, Adler, Sullivan, i culturalisti, Lacan, senza però scoprire in loro, al di là di alcuni meriti, una soddisfacente soluzione dei problemi di fondo.
Fossi non accetta il dualismo mente-corpo di cui vede permeate le teorie psicoanalitiche. La metapsicologia psicoanalitica ha reificato la mente e l'inconscio, ne ha fatto delle pseudo-entità alle quali ha attribuito modalità di funzionamento, contenuti come pulsioni, oggetti interni, fantasia inconscia, strutture come l'Io. La metapsicologia mantiene una natura criptobiologica, formulata però in termini tali da sottrarsi a ogni verifica scientifica. Tali speculazioni teoriche possono essere considerate nel migliore dei casi metafore di eventi cerebrali, nel qual caso Fossi le ritiene non solo prive di valore esplicativo ma anche di ostacolo allo sviluppo di una teoria clinicoempirica. Inoltre sono stati riferiti a stadi sempre più precoci dello sviluppo infantile eventi determinanti la patologia dell'adulto, ove a essere presa di mira non è l'importanza dei reali eventi infantili quanto la natura arbitraria, fantastica e inverificabile dei contenuti loro attribuiti e l'ingenuità nel dar loro un valore esplicativo troppo diretto e lineare:
Le inadeguatezze della metapsicologia, inizialmente legate alle concezioni neurofisiologiche ed epistemologiche dei tempi di Freud, si sono perpetuate e aggravate per una serie di ragioni riguardanti lo sviluppo del pensiero freudiano e la storia del movimento psicoanalitico. I collegamenti che si sono stabilisti tra scuola, teoria e identità professionale sono stati fonte di ambivalenza e di diffuso timore verso le critiche, percepite come attacco all'identità di analista. I criteri di organizzazione e di formazione degli psicoanalisti hanno favorito un'idealizzazione dei maestri che si è tradotta in una proliferazione di indirizzi teorici e relative scuole e anche in scissioni senza alcun beneficio per la qualità generale della riflessione teorica. Il divario fra mondo scientifico, epistemologia e psicoanalisi si è così costantemente ampliato. Successo e diffusione della psicoanalisi rischiano di restare affidati a fattori analoghi a quelli operanti in favore di credenze e pratiche religiose o pseudoscientifiche.
Fossi sente l'esigenza di vincolare la psicoanalisi ai metodi di un'indagine scientifica che ammetta anche diverse ipotesi teoriche all'interno di un sistema di ricerca aperto. Apprezza e condivide molti degli argomenti critici dei fautori di una pura teoria clinica (G. Klein, Gill) o di un approccio ermeneutico (Spence, Schafer), ma non le loro conclusioni, che riflettono una distinzione fra scienze della natura e discipline umanistiche. Le conoscenze ed esperienze cliniche della psicoanalisi richiedono una teoria ipotetica, di livello metapsicologico, che sia capace di interagire adeguatamente con la teoria empirica e che sia fondata sul ricupero coerente e sistematico di un aggiornato organicismo. La teoria deve accordarsi con le attuali conoscenze sull'attività cerebrale, considerata in tutta la complessità delle interazioni socio-ambientali che fin dall'inizio la influenzano. Fossi avanza una sua proposta di metapsicologia minimale, basata sul concetto di struttura psicologica e sul tentativo di definire un sistema più differenziato di organizzazioni settoriali. Nel formularla ritiene utile il ricorso alla teoria dei sistemi e alla teoria dell'informazione.
I difetti della teoria si riflettono sulle applicazioni terapeutiche (psicoanalisi in senso stretto, psicoterapie psicodinamiche, psicoterapie brevi) rendendo difficile e controversa la definizione delle rispettive caratteristiche, del loro statuto teorico, dei criteri per la convalida di ipotesi inerenti al processo terapeutico e per la valutazione dei risultati. Con Peterfreund, Fossi si batte per una concezione euristica del processo terapeutico, da contrapporre all'applicazione stereotipata di procedimenti che si ispirano a teorie esplicative indimostrabili e fanno ricorso a modelli che possono essere efficacemente denominati oracolari e archeologici, e che sono basati sull'ipotesi del binario sovrapposto conscio-inconscio. Coerentemente con la sua visione dell'uomo come entità storico-biologica e con il suo rifiuto di pensare in termini di reificazione della mente e dell'inconscio, propone l'adozione di un modello storiografico per riformulare il concetto di interpretazione. Auspica un ripensamento dei rapporti fra psicoanalisi e moderna psicologia alla luce delle conoscenze e ipotesi attuali su funzioni psicologiche normali quali i livelli di coscienza, la motivazione, il significato, la memoria, le rappresentazioni e la fantasia, il linguaggio. Ciò gli permette di affrontare in modo non tradizionale i capitoli sui sogni, sullo sviluppo psicologico, sulla psicopatologia, sul processo psicoanalitico, sui fattori terapeutici.
L'esame delle proposte di Fossi dimostra come la sua visione organicista non implichi un appiattimento sulla neurologia. La psicoanalisi opera a un livello ben distinto e mantiene la sua specifica impostazione, con il suo setting, il suo interesse per i comportamenti aggressivi e sessuali, le vicende infantili ed evolutive e i conflitti e le attività psichiche inconsce, la sua tecnica e i suoi concetti clinici fondamentali (transfert, controtransfert, resistenza). Il riesame teorico, anche se può apparire impietoso, mira a salvare un patrimonio clinico valido e rafforza l'esigenza, a lungo trascurata anche se ultimamente molto più sentita, di ricerche sui risultati terapeutici e sui procedimenti formativi. Fossi si impegna anche con proposte e ricerche personali di cui riconosce per primo limiti e difficoltà. Drastico nel sacrificare concetti diventati tutt'uno con la concezione tradizionale della psicoanalisi, Fossi può suscitare disagio, reazioni negative, discussioni e precisazioni praticamente su ogni punto. Intransigente, rigoroso, non ricerca distinzioni sottili, non fa sfoggio della sua cultura, ripropone instancabilmente i propri argomenti, a costo di risultare ripetitivo e disadorno.
Attaccare la psicoanalisi è ormai una diffusa consuetudine, pervasa, purtroppo anche nel nome della scienza, da superficialità, banalizzazioni, fraintendimenti e opportunismi, con il rischio di rendere ancora più acritica e fideistica l'adesione alla stessa di una parte dei suoi residui estimatori. Nel lavoro di Fossi il rigore critico è di ben altra qualità ed è alimentato da una percepibile fiducia di fondo nell'utilità di teorizzare e di riflettere ancora sulla pratica terapeutica.
C'è da sperare in successive edizioni, che consentano anche la correzione di errori di stampa e sviste, a cominciare dall'anno di pubblicazione (1983 invece di 1994).

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