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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2008
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Cornwell è inarrestabile, ogni volta ricrea delle realtà perdute in cui si muovono protagonisti d’eccezione. Visto l’argomento e il luogo trattato, questo è uno dei romanzi in cui lavora maggiormente con la fantasia, per quanto riguarda la trama, ma l’ambientazione è reale almeno quanto intensa. L’Inghilterra medievale, la Terra degli Angli stretta tra il mondo cristiano e l’entusiasmante furia danese, tra città, fortezze e rovine romane, tra battaglie, duelli e stragi, emerge in modo straordinario. Come libro non mi ha intrigato quanto i primi due, soprattutto all’inizio, ma poi si è rivelato una lettura di qualità, in cui non mancano di certo momenti intensi, cupi, perfino drammatici, e diversi colpi di scena. Non ne ero sicuro, però ho voluto dargli il voto massimo. Seguire la storia e lo sviluppo della figura di Uhtred, la sua esistenza colma di glorie e ingiustizie, vittorie e disgrazie, ambizioni e scontri, è una delizia. Le sue gesta, perfino le più ardite, mi sembrano assolutamente reali, notevoli ma tutt’altro che impossibili. I fili del suo destino qui s’intrecciano con quelli di molti nuovi personaggi, tutti capaci di lasciare il segno (io sono particolarmente affascinato dal guerriero irlandese Finan). L’unico aspetto della figura di Uhtred che proprio non capisco è il suo atteggiamento verso Alfredo. All’inizio è perfettamente comprensibile, però si arriva a un punto in cui non riesco proprio a credere che non veda i suoi lati positivi, che non riesca a capire come nonostante certi aspetti “fastidiosi” della sua personalità sia palesemente un grande Re, infinitamente migliore di Guthred; anzi io sono rimasto colpito dalla sua genialità. Per alcuni forse un uomo sgradevole, indubbiamente un Re da seguire.
Telegraficamente: bello ed intenso, anche se a volte è stato difficile seguire bene tutti i personaggi. E per me che sono pignola, ha significato dover ritornare su pagine già lette. Comunque ciò non toglie che sia la degna continuazione dei precedenti romanzi. Al prossimo!
Un libro un po' monotono,senza i picchi raggiunti in precedenza nel ciclo di Excalibur. A tratti confuso,come se l'autore non riuscisse a dipanare bene le trama.Un po' minestra riscaldata:Cornwell dovrebbe cambiare registro.
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