Punto di non ritorno

È il primo romanzo che leggo di Lee Child. E dopo aver visto il film con Tom Cruise (che non ha la stazza del Reacher del romanzo, ma sembra comunque azzeccato). La storia prende da subito, grazie allo stile di Child e all'umorismo, mai gratuito, di Jack Reacher. Un thriller in cui l'azione non manca mai, una narrazione priva di abbellimenti stilistici, ma tuttavia non fredda, non asettica. Jack Reacher è un personaggio che si fa apprezzare subito e di cui si vuol continuare a leggere.

Non è proprio il mio genere di libro. Troppo militare. Come ho visto è stato fatto anche un film tratto da questo libro. A mio avviso il protagonista è troppo irreale.

Giunto al 18° romanzo della saga di Jack Reacher, il nostro Lee Child sembra mostrare qualche segno di stanchezza, confezionando una vicenda non altezza delle precedenti. La trama si fonda su un presupposto un po' tirato per i capelli, lo svolgimento è debole, con una parte centrale prolissa e francamente banale. Anche il finale, che nei romanzi di Jack Reacher solitamente regala sorprese ed emozioni, questa volta è piuttosto deludente. Romanzo discreto ma non certamente eccezionale, è adatto a chi già conosce bene la creatura di Child, dal momento che si va ad esplorare il passato del protagonista e si fa luce su alcuni aspetti intimi e privati. Per un lettore che, invece, non conosca Jack Reacher, di sicuro non è questa la prima opera che dovrebbe leggere. Ad ogni modo, vista l'incredibile produttività dello scrittore (un romanzo all'anno, una media impressionante), ci sta un calo.