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Un libro consigliato a credenti e non poiché parla del Dio di Gesù Cristo slegato da ogni forma di potere o giustizia che si sono accumulate, nel corso dei secoli, all'interno della religione. Un Dio che è prima di tutto misericordia e amore e, facendosi uomo, condivide il nostro stesso desiderio di felicità. Dove incontrare Dio allora? Non solo e non tanto nelle esperienze mistiche e soprannaturali, ma soprattutto nell'umanità, la nostra e quella degli altri, scoprendo così che il senso della vita sta nell'amore. Ineressanti poi i capitoli dedicati al senso del dolore, all'alleanza potere-chiesa, all'inferno, alla teodicea (ovvero come giustificare il male nel mondo?), al senso della vita. "Uccidi il fariseo che è in te": partire prima di tutto da noi stessi, dalla nostra mentalità e accettare che il modo di pensare di Dio è diverso dal nostro (ovvero la giustizia di Dio non è retributiva, ecc.). L'autore, un grande teologo gesuita, riesce ad esprimere concetti difficili in un linguaggio accessibile. Certo, alcuni passaggi esigono attenzione, ma ne vale la pena.
Di Dio non possiamo sapere altro se non quanto ci ha rivelato Gesù con le proprie parole e la propria vita: che si tratta di un Dio amorevole e misericordioso, solidale con i poveri e i derelitti, un Dio che non condanna, che vuole la felicità degli uomini, di tutti gli uomini. Ma sotto l'influenza della cultura ellenistica questo stesso Dio è stato descritto come il Dio onnipotente, giudice inflessibile e crudele, un Dio che incute terrore, che ama solo quanti lo amano e invece punisce chi non segue i suoi concetti. Castillo spiega molto bene come è avvenuta questa trasformazione, che rappresenta un completo travisamento di quanto ci dice il Vangelo. La colpa principale di tale falsificazione la portano le strutture religiose, che avevano bisogno di giustificare il proprio potere come rappresentanti in terra non certo di un Dio debole e mandato a morire sulla croce, ma di un Dio potente e implacabile a cui si deve obbedienza assoluta. Questo modello di Pantocratore, che è alla base di tutti gli innumerevoli crimini commessi nella storia in nome di Dio, è andato in crisi con l'illuminismo, ma è ancora presente in molte predicazioni e in molte prese di posizione delle strutture gerarchiche della Chiesa. Ed è comprensibile quindi che molti vivano Dio come un peso, un ostacolo al raggiungimento della felicità, mentre è vero il contrario: che solo seguendo l'insegnamento del figlio di Dio - e cioè realizzando fino in fondo la nostra umanità - la felicità è possibile. Un libro per certi versi contraddittorio, ma onesto e coinvolgente anche per chi, come me, non ha il dono della fede.
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