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Alpi regione d'Europa. Da area geografica a sistema politico - Marcella Morandini,Sergio Reolon - copertina
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Alpi regione d'Europa. Da area geografica a sistema politico - Marcella Morandini,Sergio Reolon - copertina
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Descrizione


È davvero inarrestabile il lento franare a valle della montagna abitata? Le pagine di questo libro presentano un ambizioso progetto per fare delle Alpi un laboratorio politico, sociale ed economico per l'Europa intera. Muovendo dall'esperienza "sul campo", gli autori conducono il lettore attraverso cause e concause del declino delle Alpi in senso economico, politico, culturale riflettendo su quali possano essere le possibili azioni per dare nuovo slancio e prospettive a questa regione, invertendo la situazione di marginalità politica e istituzionale con il pieno riconoscimento della funzione sociale, economica e ambientale dei territori alpini e la capacità di cogliere appieno le nuove opportunità. È un libro-appello alle istituzioni democratiche per nuove riflessioni guidate dall'intelligenza critica, dal coraggio, dalla creatività. È un progetto complesso che richiede a tutti di muoversi con urgenza su terreni nuovi, per riportare le Alpi ad essere protagoniste del proprio futuro, forti di una politica che metta al centro la vita quotidiana di questa straordinaria regione nel cuore d'Europa.
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Dettagli

2010
21 aprile 2010
110 p., Brossura
9788831706247

Voce della critica

Ne ha per tutti Annibale Salsa nella breve, ma efficace prefazione al volume Alpi regione d'Europa. Da area geografica a sistema politico di Marcella Morandini, funzionaria del Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, e Sergio Reolon, ex presidente della Provincia di Belluno. Da una parte, "pochi amministratori – scrive Salsa – posseggono e padroneggiano gli strumenti per riflettere e programmare l'auspicata rinascita della montagna", dall'altra, "il mondo politico italiano è da sempre ancorato ai logori stereotipi della montagna marginale" e "le indagini accademiche per i soli addetti ai lavori" non possono più bastare.
Le Alpi, le montagne più montagne d'Europa, sono definite dagli autori come "punto di osservazione privilegiato e laboratorio d'avanguardia per sperimentare politiche a livello di regione territoriale e intensificare la cooperazione transnazionale". Lo sguardo al futuro impone di recuperare non solo la memoria, ma anche l'esperienza politica di una gestione consapevole delle risorse: forme di autogoverno, modalità di proprietà collettiva, autogestione per l'organizzazione economica e sociale del territorio. I toni sono cambiati rispetto a quelli usati negli anni settanta, ma il tema della colonizzazione/decolonizzazione delle Alpi riemerge a difesa del riconoscimento della regione alpina come centro d'Europa, propulsore di innovazione, entità autonoma dotata di coesione sociale, economica anche se non ancora politica.
Morandini e Reolon parlano di "approccio alpino" alla gestione e al governo delle Alpi che prevede, intanto, di superare le rappresentazioni, che si tramutano in leggi, che le vedono come luoghi intrinsecamente svantaggiati e marginali. Questa visione è legata a una conoscenza ridotta e parziale della storia alpina, di una storia recente legata alla frantumazione delle Alpi nei diversi stati-nazione, una forzatura che ha rotto le reti orizzontali, ha costruito confini, nuovi centri e nuove periferie e dato preminenza alle reti verticali con al centro le città di pianura.
Sono dunque non solo necessarie, ma sempre più urgenti, misure specifiche, anche di tipo fiscale e ridistributivo, che tengano conto della specificità dei territori alti. Morandini e Reolon propongono, oltre all'istituzione di Province speciali montane, sull'esempio virtuoso di governance delle Province autonome di Trento e Bolzano, di agire rinforzando i sistemi socioeconomici regionali e l'economia locale all'interno di un modello di sviluppo coerente e lungimirante, ripristinando le reti orizzontali lacerate dal centralismo regionale e nazionale, promuovendo la cooperazione transfrontaliera e la costruzione politica di una macroregione alpina che sappia autogovernarsi.
Uno strumento giuridico importante, che potrebbe incidere sul futuro della regione alpina, è la Convenzione delle Alpi. Sottovalutati e sottoutilizzati, la Convenzione e i suoi protocolli potrebbero già essere messi in atto all'interno di un progetto politico, se solo ci fosse una reale volontà in tal senso. La montagna che frana a valle è l'immagine proposta dagli autori per descrivere non solo lo spopolamento, ma anche le drammatiche conseguenze della mancata cura delle terre alte, i cui effetti pesano a monte come a valle: scongiurare la frana, reale e metaforica è dunque un investimento per tutti. Proprio gli scenari aperti dalla contemporaneità, che rimodellano i confini del locale e del globale, potrebbero costituire una condizione favorevole a un "rinascimento alpino" nel quale l'auspicata autonomia sarebbe fondata sul senso di responsabilità e sul buon governo del bene comune. Valentina Porcellana

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