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C'è una notevole differenza tra cronaca e storia. La prima è costretta a inseguire i fatti, mentre la seconda ha il grande vantaggio di poter osservare anche le conseguenze, e pertanto leggere i fatti in modo diverso e più coerente. Mattia Feltri, che da giovanissimo cronista aveva seguito Tangentopoli, dieci anni dopo fu invitato da Giuliano Ferrara a rivivere quell'anno con il senno di poi; il risultato - dopo un altro decennio... - è questo _Novantatré_. Feltri segue sì il calendario e snocciola man mano i fatti, ma il suo presente è in realtà un futuro anteriore che scorre avanti e indietro nel tempo, per riprendere fatti passati di cui nel 1993 non erano stati colti gli addentellati e aggiungere informazioni su cosa successe in seguito, sui voltafaccia di alcuni dei protagonisti di allora e sulle omissioni di cui nel tumultuoso corso degli eventi si poteva aver perso traccia; il tutto corredato da numerosissime citazioni dei giornali dell'epoca e di altri libri che negli anni successivi avevano approfondito quei temi. Il libro è una narrazione, non un saggio storico. Manca un quadro d'insieme riassuntivo che riepiloghi la linea temporale di quei mesi: l'indice dei nomi non è sufficiente. Ma soprattutto il materiale è scelto per seguire un filo logico ben preciso. Non è un caso che la narrazione parta dal 15 dicembre 1992, il giorno del primo avviso di garanzia a Bettino Craxi, e termini con la notizia del primo avviso di garanzia al Cavaliere. Come in ogni narrazione, ci sono i buoni e i cattivi; né Feltri si perita di nascondere a chi vanno le sue simpatie. Starà al lettore, o almeno quello che si ricorda più o meno fumosamente di quella stagione, scegliere la narrazione che ritiene più vicina al suo pensiero, ricordando che i fatti non saranno mai la stessa cosa della verità. Peccato per le date errate e ripetizioni a distanza di poche pagine che fanno pensare a un editing non molto accurato nel passaggio dagli articoli di giornale al libro.
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