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Qual’e’ il versante nascosto dietro la cortina di immagini che via via si sono riproposte all’attenzione dei popoli? Qual’e’ il giro di mano, lo scaltro raggiro che permette di accedere (spesso di schianto) alla Verità? Cammino complesso, e arduo! La riflessione storica ha dipanato solo in parte il problema e solo con estrema difficoltà ha sciolto alcuni nodi della questione. E’ proprio in tale contesto dialettico che vanno inserite via via le figure proposte all’attenzione popolare ed è sempre in tale contesto che va assegnata l’apparentemente paradossale affermazione per la quale figure archetipiche dominano l’immaginario dei popoli; le ritroviamo in ogni manifestazione in cui la spontaneità lascia trasparire il gioco che dietro vi si svolge. Sicché a chi sa non appariranno inutili gli ammonimenti che si ritrovano persino in una fiaba apparentemente puerile come quella del pifferaio di Hamelin. Ma un archetipo presenta diversi livelli di interpretazione a seconda che lo si coniughi al corpo ovvero all’anima ovvero allo spirito. Al primo appartiene la sfera del senso e lo si coglie nello sguardo d’intesa, nell’ammiccare; è pronubo al secondo che riguarda direttamente la sfera dell’intuizione, del momento esatto, del kairòs (dirà Dante “...speglio in pria che il pensier pandi”); lo si coglie nel palpito del cuore quieto, nel momento di profonda attenzione, nella calma animale e serafica del gatto. L’ultima quella dello spirito riguarda la sfera del significato e la si coglie ovunque si sia stabilita pace e armonia: la si può cogliere nel lume che tratteggia i corpi, nel tuono che riporta di scatto alla realtà, nella luce timida dei momenti di cesura che segnano il giorno, l’alba come il vespro. Di più non è dato dire, a quella soglia pochi hanno avuto accesso.
Sgorga gioia a leggerlo. E' la testimonianza di una persona (e di un pensiero) viva e presente in un mondo culturale morente pieno di troppe trappole intellettuali scarne da ogni Verità. Con buona pace di gran parte della Scienza moderna, dell'Arte moderna e della Società moderna: capaci ormai solo più di urlare il tumore di cui sono fatte perché la Verità e la Bellezza le hanno abbandonate. Zolla sempre unico. E ovviamente italiano, sconosciuto al pubblico italiano. Ci mancherebbe...
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