Gladio rossa. Una catena di complotti e delitti, dal dopoguerra al caso Moro

Questo non è semplicemente uno dei tanti saggi che trattano dei sanguinosi eventi del Dopoguerra che va oltre il sequestro di Moro, ma è uno studio estremamente particolareggiato di un dedicato sociologo che era stato incaricato di analizzare la presenza di emigranti italiani in Cecoslovacchia. Di fatto, è un’opera di assoluto rilievo che, dopo attentissime ricerche realizzate nell’arco di ben 25 anni - spesso osteggiate dai oscuri personaggi consultati, ma che senza volerlo -, hanno acceso alcune misteriose lampadine rosse di avviso, grazie alle quali l’attento autore, stimolato dalla curiosità e dall’ostinazione tipiche del diligente scienziato, pur dovendo superare continui ostacoli, ha deciso di andare fino in fondo, rivelando in fine al pubblico, cosa si nascondeva dietro le attività dei nostri esuli nel Paese comunista: in maggioranza ex partigiani, fra i quali quelli della VOLANTE ROSSA, rifugiatisi con l’aiuto del PCI, oltre cortina perché ricercati per numerosi sanguinosi delitti. Individui che tramavano niente meno che l’invasione dell’Italia per portarla sotto la presunta “tutela“ di Stalin. Ecco le ragioni per cui Moro prima, ma secondo l’autore, anche Berlinguer poi, sono stati eliminati per il fatto che l’URSS non poteva accettare che il primo partito comunista dell’Occidente si alleasse ad un governo compromesso con gli Stati Uniti, tanto più, essendo membro della NATO. Del resto, leggendo L’ORO DI MOSCA (di Gianni Cervetti) si apprende come il dissenso aveva minato il rapporto fra l’URSS ed il PCI. Infatti, quei finanziamenti di Mosca, di cui scrivono pure Valerio Riva e Francesco Bigazzi neL’ORO DA MOSCA, condizionavano e guidavano il PCI. Ma per saperne di più, è oltremodo utile la lettura del “2° capitolo”, ossia, l’altro saggio sempre di Rocco Turi: STORIA SEGRETA DEL PCI; questa, insieme a GLADIO ROSSA costituiscono la più completa e conclusiva genesi del terrorismo degli anni di piombo che negli anni ’70 tenevano l’Italia sotto scacco.

Davvero un ottimo saggio che si basa su fatti concreti e atti processuali e d'inchiesta..non sul sentito dire o su facili quanto suggestive, e spesso fallaci, teorie complottiste a tutti i costi. Ottima ricostruzione storica diacronica che permetterà di comprendere meglio lo sviluppo incompleto della democrazia italiana.

Ricostruzione attenta e ragionata di 60 anni di storia oscura, in particolare dell'attività di sabotaggio sovietico e di controspionaggio nel nostro Paese. Caldamente consigliata a studiosi, militanti di ogni partito e a giornalisti. Spiega perché la sinistra italiana suscita ancora tanta diffidenza, spiega i suoi ritardi e le sue incorenze rispetto al modello europeo. Un libro che fa luce in molte stanze buie della nostra storia anche se per la difficoltà della materia, ancora in gran parte coperta da segretazioni, e soprattutto per il silenzio ostinato dei testimoni, parecchie vicende restano da chiarire. Si ricava dal libro la conferma di una forte lezione complessiva: la storia non è mai come ce la raccontano, le spiegazioni ufficiali sui fatti di rilievo sono spesso goffi e frettolosi, anche se tali non sembrano, e il più delle volte porsi interrogativi - magari sbagliati - serve comunque a istradare verso altre più profonde verità. Anche il minimo sospetto si scopre che poi è il bandolo di una matassa in grado di introdurre e di fuoriuscire dal labirinto delle chiacchiere, dei polveroni, delle schermature, dei depistaggi. Bravo Turi, magari mi riservo di porre in una mail successiva alcune domande all'Autore.