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Il disegno d'architettura è una merce assai rara: considerando il nostro Rinascimento, varrà menzionare il fatto che non disponiamo di alcun progetto autografo di Brunelleschi, che di Leon Battista Alberti solo uno è stato a oggi riconosciuto tale, e che a Donato Bramante siamo in grado di attribuire con certezza meno di una ventina di fogli. Se nel corso del Cinquecento, per le dinamiche interne alla pratica professionale dell'architettura e grazie a un collezionismo più consapevole e avvertito, la quantità di testimonianze grafiche prodotte e conservate è andata senz'altro aumentando, solo in misura limitata sono giunti sino a noi i disegni che agli occhi di uno storico sono senz'altro i più preziosi, quelli cioè che permettono di seguire l'evolversi di un'idea creativa. In generale per questo motivo, e in particolare perchè un gigante del XVI secolo ne è il protagonista, c'è ragione di emozionarsi di fronte ai trenta disegni d'architettura di Michelangelo raccolti nella mostra organizzata a Vicenza dal Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio in collaborazione con la Casa Buonarroti di Firenze (settembre 2006 - marzo 2007) e illustrata da questo bel catalogo. Come chiarisce Howard Burns nel saggio iniziale, Michelangelo ci permette di osservare il suo lavoro "da dietro le sue spalle": produceva infatti elaborati grafici incredibilmente stratificati, trasformando continuamente l'idea di partenza e sovrapponendo sulla carta l'una all'altra nuove soluzioni, trasferendo alla progettazione l'abitudine all'accanita rielaborazione delle forme che gli veniva dalla pratica della scultura. È d'altronde largamente documentato dalle fonti come l'artista usasse plasmare "bozze", cioè modelli tridimensionali in terracotta, anche per le sue opere d'architettura. Dall'analisi delle tecniche grafiche, dei materiali impiegati, delle funzioni e delle convenzioni adottate nei fogli esposti, selezionati in modo da documentare tutte le fasi della sua attività progettuale, che si prolungò per cinquant'anni, risulta confermata con nuovi dati e nuove ipotesi la straordinaria competenza architettonica di Michelangelo a dispetto del suo ripetere: "Benché non sia mia professione". Maria Beltramini
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