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Finalmente un libro di Persson che mi convince appieno. Di quelli letti, compresa la trilogia, è quello che mi è maggiormente piaciuto. Sicuramnete il meno "tecnico" però quello maggiormente "giallo". Ottime descrizioni dei personaggi, con un Backstroem, in alcuni tratti, sorprendentemente esilarante.
Aderisco totalmente al giudizio di Oscura. Credo che non mi avventurerò oltre nel giallo scandinavo al di fuori dei soliti noti. Veramente indecente!
credo sia normale una certa disparitá di giudizi su Persson - nessuno puó infatti rimanere piú deluso di chi prendendo in mano i suoi libri si aspetti il giallo tradizionale, tutto ritmo serrato e suspance. in realtá a Persson interessano altre cose: intendiamoci, come giallista é bravo, quasi senza accorgerti ti trovi davanti a una trama "a orologeria", diciamo che peró gli elementi thriller sono secondari rispetto al romanzo di costume, e in particolare alla descrizione "dal basso" dello svolgimento delle indagini, condita da salutari dosi di ironia. in ultimo, ero diffidente su un romanzo incentrato sul personaggio di Bäckström (non esattamente il detective-eroe di tanti thriller) ma la cosa a sorpresa funziona.
Recensioni
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Il giallo scandinavo piace. Sarà forse per l'ironia che attraversa pagine di schietto realismo, per il richiamo dell'ambientazione o per lo scompiglio che suscita nel lettore affezionato a una stereotipata visione dell'Europa iperborea. E nel crescente spazio che gli editori italiani accordano ai polizieschi nordici, ha già trovato il suo posto, accanto a scrittori quali Henning Mankell, Åke Smedberg e Håkan Nesser, lo svedese Leif GW Persson. La sua fortuna italiana, iniziata nel 2004 (il romanzo Tra la nostalgia dell'estate e il gelo dell'inverno fu seguito, a distanza di un anno, da Un altro tempo, un'altra vita, entrambi per Marsilio), si consolida con Anatomia di un'indagine. Il vincolo che salda questo giallo ai precedenti, ossia l'investigatore Lars Martin Johansson, si fa sempre meno stretto, a vantaggio di nuovi personaggi, tra cui Evert Bäckström, cinico commissario dell'anticrimine di Stoccolma. L'uomo è una caricatura: "piccolo, grasso e rozzo", con un'abnorme considerazione di sé, preoccupato solo di non lavorare a stomaco vuoto e di mostrare ogni tanto il proprio "supersalame". Nel corso di un'estate calda, Bäckström e la sua squadra vengono chiamati a Växjö, cittadina nella Svezia meridionale, per indagare sull'omicidio di un'aspirante poliziotta. Bäckström è convinto di inchiodare l'assassino con il solo ausilio del laboratorio scientifico, mentre la soluzione verrà dal più tradizionale dei metodi, di cui è timoniere il pacato collega Jan Lewin che, insieme ad altri personaggi, si aggiudica varie sequenze del romanzo, confondendo la gerarchia dei ruoli narrativi. Ma a essere offuscata è soprattutto l'inappuntabile società svedese del nostro immaginario. Nel quale non troverebbe mai posto un poliziotto che addebita allo stato le sue sordide spese personali, né l'acredine dei cittadini verso le forze dell'ordine. Rossella Durando
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