L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Chiarini pone a premessa del suo discorso la volontà di chiarire le ragioni dei "vinti", la cui ghettizzazione avrebbe non solo minato le sorti della repubblica, ma alimentato una "guerra civile permanente", i cui deleteri effetti sulla tenuta dell'opzione democratica sarebbero oggi sotto gli occhi di tutti. Benché da circa vent'anni storici e divulgatori non siano nuovi a quest'ordine di problemi, si sente qui il bisogno di ritornare sulla ricostruzione del 1943-1945, indicando, come snodi cruciali, eventi largamente noti: lo sbandamento dell'esercito dopo l'armistizio, le difficoltà organizzative del governo repubblichino, l'antisemitismo esacerbato dal controllo tedesco, il sostanziale afascismo della popolazione, la svolta in senso sociale. Senza contare che viene presentata, come propria della retorica di Salò, la pratica, già adottata nel Ventennio, di strumentalizzare la storia in chiave eroico-patriottica. Si ammette che molti ex fascisti hanno violentemente attaccato la Resistenza, sostituendola con il mito di Salò. Le varie anime moderate, disposte a convergere sulla parificazione delle morti partigiane e repubblichine, per circa sessant'anni hanno però dovuto fare i conti con quella movimentista, che in Salò ha sempre visto un episodio onorevole. La strategia centrista della Dc, disposta alla creazione di una "grande destra" in funzione anticomunista, avrebbe messo solo temporaneamente a tacere una divisione, pronta a riesplodere in chiave terroristico-eversiva negli anni settanta. Se l'autore si sforza di individuare in eventi politici esterni la responsabilità della metamorfosi pseudoliberale e conciliante della destra di Fini, è pur vero che non può ritenerla in grado di misconoscere la propria identità storico-ideologica. Si corre il rischio di scontentarne i sostenitori.
Alessio Pedìo
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore