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Anno edizione: 2020
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L'autore di Giulia 1300 e altri miracoli, La banda degli invisibili e tanti altri romanzi che in questi anni ci hanno fatto ridere e commuovere torna con un romanzo breve, un piccolo gioiello di umorismo e poesia.
«Ci sono scambi esilaranti, battute e tanta umanità in queste pagine e nei dialoghi dei protagonisti. I romanzi di Bartolomei sono vere e proprie commedie che riescono a trattare temi difficili con estrema delicatezza e leggerezza: questa è la sua forza» - Tuttolibri
Vera è andata a casa dei genitori, si è addormentata nella sua vecchia cameretta e al mattino viene svegliata dalla madre, con il solito vassoio della colazione tra le mani, e dal padre, con il consueto sorriso amorevole sul volto. Tutto normale, a parte il fatto che i genitori erano morti quattro giorni prima. Morti ma senza esagerare, la prima di quattro storie che compongono la "Quadrilogia della famiglia", è una commedia esilarante e profonda che esplora i legami tra genitori e figli, che mappa confini e altitudini del più complesso tra i rapporti umani.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro brevissimo che si legge senza posare, divertente e leggero
Una storia irrazionale, irrealizzabile e incredibile! Poter avere i propri genitori indietro fino a quando non si è pronti a lasciarli andare penso sarebbe il desiderio di molti! La lettura di questo breve libretto dà la possibilità di apprezzare il presente e non dare nulla per scontato!
avevo apprezzato We are family e sorriso molto leggendolo, questo volumetto invece non mi ha colpito e mi è sembrato banale e monotono...ammetto che offre comunque un bel messaggio: i figli occorre lasciarli andare, è ingiusto spianare loro sempre la strada...
Recensioni
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Ironico e accattivante a partire dal titolo, “Morti ma senza esagerare” racconta una situazione surreale che diventa occasione di risate, ma anche di riflessione.
L’istintiva immedesimazione nel dolore della protagonista, ma anche nelle sue successive difficoltà alla gestione di un evento così eccezionale, ci trasporta dalle prime righe in un turbine di emozioni e curiosità, non privo di spunti di meditazione sul nostro modo di concepire i rapporti nel momento in cui tutto è a nostra disposizione, senza renderci conto di ciò che abbiamo, senza apprezzarlo, per poi trovarci vittime del rimorso e del rimpianto nel momento in cui ne veniamo privati.
Tutti siamo stati adolescenti; tutti, almeno una volta, abbiamo preferito gli amici “che avevano sempre una frase fatta per ogni eventualità – il testo di una canzone, la citazione di un film, la perla di qualche pensatore del passato. Cibo preconfezionato, calmanti di massa”, ai genitori: “Loro invece mi guardavano, mi sorridevano, mi sfioravano, e dicevano banalità proprio per farmi capire che tutto ciò che c’era da sapere era in quegli sguardi, e in quella vicinanza. E negli esempi ripetuti, giorno dopo giorno, affinché ci mettessi del mio per apprendere come ci si nutre come ci si difende, come si sopravvive. una logica primitiva, da branco, di cui solo ora colgo l’elevatezza.”
Ma cosa succederebbe se il potere di far tornare chi non c’è più ci offrisse una seconda occasione? Riusciremmo a convivere con il nostro segreto e ad adattarci a qualcuno da cui non vorremmo separarci, ma che torna solo per noi e solo per noi vive? O ci sentiremmo soffocati? E saremmo in grado di scegliere tra l’egoismo di trattenerlo e l’istinto altrettanto egoista di non essere vincolati dalla sua inconfessabile e ingombrante presenza?
Fabio Bartolomei, mi ha sorpresa con questo breve romanzo divertente e inquietante allo stesso tempo, molto lontano dal tenore de “L’ultima volta che siamo stati bambini”– con cui l’ho conosciuto – ma, seppure in maniera ben diversa, altrettanto coinvolgente. Un piccolo gioiello da non perdere.
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