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Eccezionale lucidità sul problema dei rifiuti e sul rapporto con la società. Gli usi i costumi la sobrietà ed il cambio di stile di vita sono alla base della risoluzione del problema dello smaltimento. Tutte le altre soluzioni, a cominciare dalla "nobile differenziata", vengono considerate un ripiego, necessario, ma un ripiego. Azzerare i rifiuti è la vera battaglia da condurre. L'autore vede in questo atteggiamento uno degli stimoli nuovi per la sinistra. Libro eccezionale da leggere.
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Nel libro Azzerare i rifiuti. Vecchie e nuove soluzioni per una produzione e un consumo sostenibili (pp. 212, € 12, Bollati Boringhieri, Torino 2008) Guido Viale presenta una rielaborazione di suoi articoli, interventi, relazioni che abbracciano un periodo che, a tutti gli effetti, colpisce per la sua lunghezza. Oltre diciotto anni dalla prima incursione su "Micromega" (Per una teoria dei rifiuti); un tempo che richiama al concetto di maturità, di capacità di agire, di responsabilità, ben lontana da essere raggiunta, a livello nazionale e non solo, sul tema della gestione dei rifiuti. Ne sono una prova le cronache catastrofiche che hanno portato sulle pagine della stampa mondiale le immagini delle strade di Napoli e la situazione drammatica di buona parte del territorio campano.
Viale ci spiega, in una pregevole sintesi a cui dedica il capitolo Dossier Campania, le origini del disastro, la nascita e lo sviluppo di un'emergenza che diventa sistema, l'alternarsi di soluzioni politiche di breve termine ostinatamente determinate a risolvere i problemi aprendo e riaprendo buchi in un territorio già strappato, in attesa di poter "purificare" tutto in, ancora lontani e indesiderati, inceneritori. Tuttavia, sarebbe un errore pensare che le sciagure di Napoli siano ivi localizzate e irripetibili; per evitare che il problema si riproponga anche in altre regioni, è necessario comprendere che il tema del governo dei rifiuti richiede, per essere affrontato, di partire dalla testa e non dalla coda. È veramente inevitabile che il nostro benessere, perlomeno quello misurato sui livelli di consumo, debba continuare a produrre l'attuale quantità (e qualità) di rifiuti?
L'autore indaga l'attuale sistema di produzione industriale che, per sostenersi, richiede un consumo sempre più veloce, ben rappresentato dalla diffusione dei beni "usa e getta"; beni che transitano un attimo nella nostra vita per esserne immediatamente allontanati verso il loro destino di rifiuti. Tutto gli oggetti che desideriamo, acquistiamo, usiamo (poco, tanto o nulla) presto diventano rifiuti. Comprendere questo meccanismo ci aiuta a ragionare su dove porre l'attenzione: il rifiuto è la coda di un processo che ha la sua testa nella produzione, o meglio nei modi utilizzati per produrre i beni.
Le soluzioni sono possibili, sostiene Viale, in parte già esistenti e sperimentate, ma devono essere scelte e sostenute con maggiore forza da politiche nazionali e sovranazionali. Riduzione dei rifiuti, ovvero produzione con materiali che possono essere facilmente riciclati, riduzione e riuso degli imballaggi (qualcuno ricorda il vecchio vuoto a rendere?), che spesso rispondono più a esigenze pubblicitarie che a reali necessità di protezione degli oggetti. Riduzione della produzione dei beni e incremento dell'erogazione di servizi: è veramente necessario che in ogni casa ci sia un set completo di elettrodomestici, che ognuno di noi possegga un proprio veicolo di trasporto? Incremento della raccolta differenziata "porta a porta", con le dovute attenzioni alle specificità di ogni territorio, realizzata da aziende che, attraverso una costante pratica di comunicazione con i cittadini, siano in grado di informarli e comprenderne le esigenze, premiare i comportamenti virtuosi e, se del caso, correggere le violazioni alle regole concordate. La costruzione di un sistema di impianti, a valle della raccolta differenziata, che facendo tesoro delle pessime esperienze passate, ampiamente superate dalle tecnologie attuali, sia in grado di intervenire sulla selezione del rifiuto, ottenendo un ulteriore recupero di materiali da riutilizzare nel ciclo di produzione.
Difficile? Certo, ma come tutte le azioni che concorrono alla salvaguardia del territorio e dell'ambiente ci si domanda se siano procrastinabili e a quale prezzo. Costoso? Meno di quanto si pensi. Mettere in moto la riprogettazione dei beni in funzione del loro intero ciclo di vita, costruire logistiche che prevedano la restituzione degli imballaggi, incrementare le raccolte differenziate e gli impianti di trattamento sono tutte azioni che generano maggiore occupazione, e quindi ricchezza, a un costo certamente inferiore di quanto si è destinati a spendere interrando o bruciando materiali riutilizzabili.
Giancarlo Palazzo
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