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Numeri immaginari. Cinema e matematica - Michele Emmer - copertina
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Numeri immaginari. Cinema e matematica

Descrizione


Spesso relegata dalla memoria degli anni di scuola tra le astruserie temibili, la matematica si prende al cinema una formidabile rivincita. I numeri e lo schermo sono affratellati dall'immaginazione. Per entrambi interi mondi diventano possibili. E oltre che possibili, diventano divertenti. Nessuno può saperlo meglio di Michele Emmer, tra i pochissimi matematici di rilievo a vantare fin dall'infanzia la dimestichezza con il mezzo cinematografico: dall'altra parte dello schermo, s'intende. È lui il bambino di nove anni che sta al pianoforte nel film Camilla, per la regia del padre Luciano, una delle figure eminenti della nostra cinematografia. Figlio d'arte e giovane matematico già affermato internazionalmente. Michele Emmer decide di non tenere separate le sue due passioni imperiose. Le ragioni di questo libro nascono allora e durano una vita intera. Numeri immaginari attinge a piene mani alle esperienze personali, ma non ha l'andamento tradizionale di un'autobiografia; fa scorribande in sessant'anni di cinema che mette in scena matematici, fornendone anche un repertorio aggiornatissimo e unico nel suo genere, ma si sottrae alle convenzioni di un saggio critico. Strutturato come un film, cattura il lettore dalla prima inquadratura ai titoli di coda. Scorrono sullo schermo delle pagine capolavori del passato e grandi produzioni di fine-inizio millennio, popolari sene televisive o corti sperimentali di scarsa circolazione, e il fermo-immagine interviene sempre al momento giusto.
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Dettagli

2011
27 ottobre 2011
246 p., Brossura
9788833922454

Valutazioni e recensioni

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maurizio .mau. codogno
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L'idea di questo libro sarebbe quella di parlare di come la matematica e i matematici sono stati rappresentati nella storia del cinema, il tutto colto dall'occhio di un matematico figlio di un cineasta e cineasta anche lui e che decide di permettersi giudizi molto personali a tutto campo. Tutto questo sarebbe andato benissimo: nessuno vorrebbe un saggio asettico con una semplice serie di date e nomi. Il guaio è che la realizzazione - non quella grafica, che è inappuntabile - non è affatto all'altezza. Posso anche accettare il culto della personalità, con la didascalia della figura 1 che recita "Michele Emmer in una scena tratta dal film "Camilla". Per gentile concessione di Michele Emmer". Ma trovarsi più e più volte ripetuto dopo mezza pagina il medesimo concetto sul film di cui sta chiacchierando è segno come minimo di una mancata rilettura del testo. Anche sulla parte più strettamente matematica gli svarioni non mancano. Passi il chiedersi perché 1 non è un numero primo, anche se dev'essere l'unico a continuare a definirlo tale; ma Emmer non può dire che Gödel dimostra nel 1928 che l'idea hilbertiana di dimostrabilità dell'aritmetica è falsa. Il logico austriaco aveva sì partecipato al Convegno dei matematici del 1928, ma inizialmente era convinto della validità dell'approccio, tanto che la sua tesi di dottorato l'anno successivo fu precisamente la dimostrazione che il calcolo dei predicati del primo ordine era completo: i teoremi di indeterminazione vennero dopo. Il risultato finale non è dunque molto più di una lista di film sul tema: davvero un po' poco, date le premesse.

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Voce della critica

In questo libro gli appassionati di cinema e di matematica trovano la loro bibbia. I rapporti tra cinema e matematica sono multiformi: il cinefilo è incuriosito dalle figure dei protagonisti matematici, storici o di fantasia, che con sempre maggiore frequenza compaiono accanto ai tradizionali cowboy, ufficiali, gentiluomini, atleti, donne sull'orlo di una crisi di nervi, e dalla possibilità di rappresentare e scavare la loro psicologia; al matematico interessano i film che ne parlano, per quel che rivelano dell'immagine sociale della categoria e della professione; tutti i pregiudizi, contraddittori, sono confermati, ma il cinema è anche uno strumento potente per correggerli, in qualche meritoria eccezione. D'altra parte esiste il cinema al servizio dell'istruzione e della divulgazione, i cosiddetti film matematici (dai documentari – tra gli altri uno di Raymond Queneau ‒ ai cartoni animati), che pongono problemi tecnici ai cinema, e didattici agli educatori. L'autore è qualificato in modo unico a trattare tutti gli aspetti coinvolti, avendo dato notevoli prove di sé in entrambi i campi, il solo in Italia e tra i pochi nel panorama internazionale. Ha risolto il problema di tenere insieme i fili del discorso adottando un'impostazione parzialmente autobiografica. Così la storia è animata da tanti personaggi che Emmer, figlio d'arte, ha conosciuto fin da bambino (tra gli altri Ennio Flaiano, nipote del matematico Gian Carlo Rota, Corrado Sinisgalli, Ennio Morricone, Marina Vlady, Pier Paolo Pasolini); poi registi e autori e matematici che Emmer ha frequentato, o con cui ha collaborato e spesso portato a Venezia ai convegni annuali dedicati a "Matematica e cultura", da lui organizzati. Così di molti film sono fornite, oltre a osservazioni critiche, notizie inedite e retroscena sulla loro realizzazione (per esempio Harold Kuhn su Beautiful Mind). In totale sono discussi settantotto film, molti vere rarità. A rendere il libro vario e piacevole, fruibile in tanti modi, concorrono diverse altre soluzioni. Per chi è interessato solo alla tecnica, troviamo la discussione delle diverse realizzazioni delle animazioni in 2D e 3D (per non parlare dell'ipercubo), e le ricadute sulla ricerca matematica dell'uso dei computer per l'animazione. Quando i film sono dedicati a personaggi storici, sono inserite informazioni sugli stessi; apprendiamo notizie interessanti su Ipazia, Galois, Turing, Mandelbrot, Nash, Wiles, De Giorgi e altri. Per ognuno, un prezioso cameo, in termini cinematografici. Se esiste oltre al film anche un libro, pure questo è commentato e confrontato, sì che si vedono le difficoltà di trasporre un racconto in un film o le deformazioni (La formula del professore di Yoko Ogawa, o Contact di Carl Sagan o Presumed Innocent di Scott Turow); o libri non diventati film, ma nei quali si parla di fare un film (Il teorema di Almodovar di Antoni Casas Ros, 2008). La casistica delle tipologie del protagonista matematico sembra completa: investigatore, killer, geniale, disturbato, autistico, bambino prodigio, qualche volta donna. La matematica, a parte la sua operatività in Numb3rs, sembra ancora soprattutto incubo dei numeri e angoscia, tolti pochi casi che aprono uno squarcio veritiero (il film su Caccioppoli, quello su Galois). Anche per una bibbia, la completezza è una chimera; compare John Wayne, ma non ha trovato posto Massimo Troisi di Scusate il ritardo: è la presa in giro dei problemi matematici, un must per ogni insegnante. Sono tanti i modi con cui la matematica può sfruttare il cinema. Gabriele Lolli

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Conosci l'autore

Michele Emmer

1945, Milano

E' professore di matematica all’Università “La Sapienza” di Roma. Si è sempre occupato dei rapporti tra cinema, arte e matematica. Ha realizzato film e numerose mostre. Dal 1997 organizza a Venezia gli incontri annuali – unici in Europa – dedicati a «Matematica e Cultura». Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Visibili armonie. Arte, cinema, teatro e matematica (2006), Bolle di sapone. Tra arte e matematica (2009, Premio Viareggio per la Saggistica), Numeri immaginari. Cinema e matematica (2011), Racconto matematico. Memorie impersonali con divagazioni (2019).

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