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Non occorre essere degli economisti per comprendere questo libro e realizzare che stiamo andando a tutta birra e "dritto per dritto" (cit. Capatonda) contro un muro.
Cos'è l'"obsolescenza programmata" che vuole descrivere Latouche con questo suo saggio? "Obsolescenza", nell'accezione originaria del termine, viene dal latino obsolescere che rimanda al processo del "logorarsi", del "cadere in disuso", dell'invecchiare, del passare di moda. "Planned obsolescence" (obsolescenza programmata) quando già in fase di progettazione l'azienda produttrice stabilisce "scientificamente" che quel prodotto non deve durare a lungo. In alcuni casi, addirittura, le aziende produttrici di prodotti tecnologici usano il "firmware", un programma integrato nell'harware che rende quel particolare prodotto inservibile trascorso un determinato lasso di tempo stabilito "scientificamente" dal produttore. E' necessario che lo stile di vita dei cittadini sia basato principalmente sul consumo illimitato, come già nel 1950 diceva il famoso analista del mercato americano Victor Lebow: bisogna mettere a punto una strategia commerciale che trasformi i cittadini in consumatori voraci, maniacali, sperperatori, insomma, sopraffatti dalla coazione a ripetere infinita. La nuova e più diffusa forma di schiavitù viene costruita con la pubblicità che deve porsi tre obiettivi per "iniettare" nel consumatore i principi ispiratori per il raggiungimento della sua presunta felicità: il desiderio di consumare, l'accesso facilitato al credito al consumo, l'obsolescenza programmata in grado di rinnovare il desiderio. E questi schiavi siamo noi, i cittadini-consumatori: puerilmente illusi del libero arbitrio e della libertà di scegliere quello che desideriamo. Non a caso Frédéric Beigbeder amava dire: "sono un pubblicitario, farvi sbavare e la mia missione. Nel mio mestiere, nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma". PS - è ulteriormente interessante vedere il film-documentario di produzione spagnola, che ha ispirato questo saggio: "Pret à jeter/ The Light Bulb Conspirancy" (2010) di Cosima Dannoritzer, ovviamente introvabile!
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