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Tra Mosca e Petuski - Venedíkt Eroféev - copertina
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Dettagli

2003
256 p., Brossura
9788834709634

Valutazioni e recensioni

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ang
Recensioni: 5/5

esageratamente bello e commovente. un capolavoro assoluto.

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giuliano
Recensioni: 5/5

Non so se per capirlo o meglio per vivere fino in fondo questo stupendo piccolo romanzo bisogna avere dei trascorsi con l'alcol com'io ho avuto o perlomeno sapere come son fatte le sbronze, fatto sta che è uno dei libri che più amo e così amo il suo autore perché questo e quello sono un tutt'uno. Da non perdere! Mi dispiace solo che sia morto perché sarebbe valso la pena d'andare in russia per conoscerlo se era possibile oppure anche solo per vederlo.

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Biordo
Recensioni: 5/5

Un ubriacone incallito - cocente metafora del fallimento dell'uomo nuovo sovietico - viaggia, da Mosca verso Petuski, alla ricerca di un Eden dove l’aspetta una “cagna armoniosa!”, “il gelsomino non sfiorisce e il canto degli uccelli non cessa”. In queste pagine si sente l'odore rancido dell’alcol digerito e quello acre della disperazione che sale dai vestiti di chi consuma le notti sulle panchine dei parchi e sui sedili delle stazioni. Quella puzza cattiva, che ti entra nel naso, da lì arriva sulla punta della lingua e per ore non ti abbandona. Ogni volta che il treno si ferma è come se entrassero lame di ghiaccio: salgono vite disperate come quella del protagonista. Il primo istinto che si prova di fronte a Mosca Petuski è un moto di repulsione. Sono certo che molti dei lettori che si sono avventurati nella lettura hanno ceduto ben presto le armi, o, come il sottoscritto, hanno proseguito in una lettura superficiale e inutile. Ad un certo punto, per fortuna, è lo stesso Erofeev che indica la strada da percorrere per superare le resistenze: “Bisogna rispettare, torno a ripeterlo, le tenebre dell’anima altrui, bisogna guardarci dentro, anche se dentro non c’è niente, anche se c’è solo immondizia; è lo stesso: guarda e rispetta, guarda e non sputarci sopra…”. Una lettura dura, resa ancora più dura dal fatto che il protagonista è un uomo colto, fa appropriati riferimenti alla situazione politica del suo tempo, mischia ironia e male parole a citazioni di grandi scrittori. E così da Mosca a Petuski e da Petuski a Mosca. Di delirio in delirio in un eterno ritorno.Un opera grottesca, allucinata, tragicamente comica. Una tragedia sotto forma di racconto. La tragedia dell’animo umano. Biordo

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Venedíkt Eroféev

1938, Zapoljarnyj

Venedíkt Eroféev è nato nella penisola di Kola, oltre il circolo polare artico, nel 1938, ed è morto a Mosca nel 1990. Ha fatto vari mestieri, tra i quali il disoccupato (in Unione Sovietica, dove la disoccupazione non esisteva), a lungo è stato senza fissa dimora (in Unione Sovietica, dove non si poteva essere senza fissa dimora); oggi grazie a Mosca-Petuskì. Poema ferroviario (Quodilibet 2014), tradotto in più di trenta lingue, è uno dei più conosciuti, imitati, ammirati, odiati, calunniati, malsopportati autori russi del Novecento.

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