L'impero degli indifesi. La spada della verità. Vol. 8

L'ottavo volume della saga ritorna alla struttura narrativa che ha caratterizzato i capitoli precedenti. Questa volta Richard è in pericolo e deve liberare un impero sperduto dalla minaccia dell'Ordine Imperiale. Come al solito i problemi non mancano e si accumulano pagina dopo pagina. Ormai sappiamo che i protagonisti se la caveranno anche stavolta, l'unica cosa che rimane da capire è come faranno. Purtroppo Goodking cade ancora sul finale, al solito affrettato e un po' semplicistico. Ovviamente Richard ha una soluzione per tutto, non sa nemmeno lui come fa, ma caso vuole la trova al momento giusto e sempre nell'ultima manciata di pagine. A parte questo, ciò che sta diventando insopportabile in questa serie sono i sermoni di Richard, con i quali sembra poter convincere un asino di essere un cavallo. Dice un mare di cose ovvie e lo fa per pagine e pagine, con gli altri sempre meravigliati e desiderosi di saperne di più. Lo sappiamo che l'autore voleva diffondere la filosofia dell'oggettivismo ma se l'avesse fatto più sotto traccia sarebbe stato meglio, riparmiandoci centinaia di pagine di spiegoni che sembrano destinati a dei ragazzini ingenui. Per di più, in questa avventura, li fa in momenti nei quali si ribadisce più volte la necessità di un'azione immediata da parte del bene contro il male. Ma lui niente, deve spiegare il suo pensiero per qualche pagina ancora.

Una persona può pensare che una serie con più di 8 libri sia pesante, noiosa... ma non è così. Leggere per credere.