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recensione di Tuccari, F., L'Indice 1996, n. 7
Nel corso di questi ultimi anni la politica italiana ha preteso dal "cittadino comune" prestazioni di carattere eccezionale.Gli ha imposto una mobilitazione elettorale e referendaria permanente, prospettando di volta in volta alternative da fine del mondo.Lo ha costretto a maneggiare contemporaneamente quatto o cinque diversi e complicatissimi sistemi elettorali.Gli ha chiesto di esprimersi sulla futura forma di governo, snocciolando pregi e difetti di cancellierati alla tedesca, di semipresidenzialismi alla francese, di presidenzialismi all'americana.Lo ha interpellato sull'architettura dello Stato, sulle prospettive dello sviluppo economico e su quelle del welfare, sul senso e sul valore dell'unità nazionale.Assai presto - si spera - dovrà nuovamente interrogarlo sulle "regole del gioco" che saranno riscritte dalla prossima commissione bicamerale per le riforme istituzionali o forse, come taluni vorrebbero, da una nuova assemblea costituente.Ad alcuni di essi poi - gli abitanti della cosiddetta Padania - viene richiesto con insistenza sempre maggiore l'atto creativo estremo, il pronunciamento sul fondamento ultimo di ogni regola di convivenza civile e politica: l'invenzione (ex nihilo) della nazione.
Di fronte a una simile accelerazione dei ritmi della politica - segno di una crisi profonda della democrazia più che del suo trionfo - è più che mai necessaria la formazione di un'opinione pubblica informata, matura e consapevole, che abbia dimensioni più ampie di un salotto di illuminati.Pena: il definitivo scatenarsi di quelle pulsioni demagogico-plebiscitarie che le moderne democrazie di massa tendono inevitabilmente a produrre a ogni appuntamento elettorale.E che diventano straordinariamente pericolose quando la posta in gioco non è più soltanto il governo del paese ma il riassetto complessivo dei rapporti tra i poteri fondamentali dello Stato.
In questa prospettiva, tra i due estremi di una letteratura storiografica, politologica e giuridica assai spesso di ottimo livello ma destinata a un pubblico di specialisti e le brutali semplificazioni operate nel lessico quotidiano della polemica politica, non si possono che accogliere con favore quelle iniziative mirate a fornire al civis communis gli strumenti di base per orientarsi nel labirinto della transizione italiana. È il caso, per l'appunto, del "Dizionario delle istituzioni e dei diritti del cittadino", curato per gli Editori Riuniti da Luciano Violante e redatto a più mani da un gruppo di studiosi - per la maggior parte giuristi - delle università diTorino,Roma,Pavia, Camerino e Bologna e da alcuni autorevoli personaggi che lavorano ai vertici di istituzioni di fondamentale importanza per la storia del nostro paese.
Articolato in circa 150 lemmi collegati da un'efficace struttura di rimandi, il "Dizionario" ha due pregi essenziali.Il primo è quello di fissare in voci brevi, chiare e precise il significato di alcuni concetti che, nel vortice recente della politica italiana, sembrano aver perduto quasi del tutto il loro senso originario.Si riscopre così - per fare solo alcuni esempi - che la "costituzione" italiana del 1948, cui Gustavo Zagrebelsky ha dedicato una concisa e lucidissima trattazione, è qualcosa di più complesso dello scellerato patto consociativo che gli apostoli della seconda e della terza repubblica continuano a denunciare.Si riscopre anche - nella voce "democrazia" di Enrico Grosso - che il presidenzialismo all'americana è una forma di governo estremamente delicata che in verità si adatta ben poco, qualora non sia inteso semplicemente come una "dittatura del presidente", ai muscolosi decisionismi che alcuni invocano.E si riscopre ancora: che i tanto vituperati "partiti politici" - la voce è sempre di Enrico Grosso - sono strumenti "assolutamente essenziali", come ci ha del resto insegnato più di un classico della democrazia moderna, per la partecipazione e il governo in una società di massa; che il "federalismo" - la voce è di Jörg Luther - può ispirarsi a principi diversi da quelli del740, e che la nostra Costituzione prevede in ogni caso meccanismi di autonomia locale e regionale - così nelle voci di Lucia Vigorita e di Andrea Giorgis - che potrebbero essere saggiamente riformati prima di indossare la giubba verde; che il "garantismo" - la voce è di Luigi Ferrajoli - assomiglia molto poco a una puntata di "Sgarbi quotidiani".Si riscopre, al tempo stesso, la complessità delle cose: quali sono, nell'ordinamento italiano, le prerogative e i limiti di istituzioni quali il "governo", il "parlamento", il "presidente della repubblica", la "Corte costituzionale" (Ugo Spagnoli), la "magistratura"; quali sono i dispositivi posti in essere dai recenti "sistemi elettorali" per la Camera e il Senato; secondo quali logiche funziona il "processo penale" (Guido Neppi Modona); quali sono i meccanismi della disciplina "antitrust" (Giuliano Amato) e le regole che governano il "sistema radiotelevisivo"; quali le definizioni possibili e le funzioni del "diritto" in una società moderna (Stefano Rodotà); quali, ancora, le differenze tra "concussione e corruzione" (Marco Pelissero); e quali, infine, i rapporti tra lo Stato italiano e le "Comunità europee".
Accanto alle parole-chiave della transizione, il "Dizionario" tratta anche - ed è questo il suo secondo pregio - il tema più generale dei "diritti" del cittadino, spaziando dal campo delle attività economiche a quello delle nuove sfide poste dal progresso scientifico e tecnologico.Senza trascurare il problema cruciale dei compiti dello Stato sociale - il lavoro, la famiglia, la scuola, la salute, la pensione - e alcune delle più significative emergenze sociali di questi ultimi anni: l'"immigrazione" (Ferruccio Pastore), la "mafia" (Gian Carlo Caselli), la "droga", la "criminalità", l'"usura", la "violenza sessuale" (Marco Pelissero), l'"ambiente" (Gianfranco Amendola).Lucidissima - nella medesima prospettiva - la voce "volontariato" di Luigi Ciotti.
Al "Dizionario" è allegato un floppy disk su "La repubblica italiana. Istituzioni, cariche e regole", che può essere installato e consultato dagli utenti di personal computer che utilizzino Windows 3.1. o le versioni successive.In esso sono contenuti due tipi di fonti. Da un lato, i testi della "Costituzione italiana", della "Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo", del "Trattato istitutivo della Comunità europea", del "Trattato di Maastricht sull'Unione europea" e, ancora, di alcune leggi fondamentali sui diritti del cittadino (tra gli altri: lo Statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio, sullo sciopero nei servizi pubblici, sul volontariato, sulla violenza sessuale, sull'usura). Dall'altro lato, un archivio, accessibile attraverso diverse chiavi di ricerca, dedicato ai cinquant'anni della nostra repubblica, che contiene - oltre a una sintetica cronologia - i dati relativi alle massime cariche istituzionali dello Stato e ai risultati delle elezioni politiche di Camera e Senato dal 1948 al 1994.Uno strumento nello strumento di grande utilità per chi voglia accostarsi, con un bagaglio più ampio di conoscenze e una memoria più fresca, alla storia e ai problemi di questo paese.
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