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All'editore Passigli va riconosciuto il merito di aver percepito con avvedutezza il talento di Magdalen Nabb e di aver così favorito l'incontro fra i lettori italiani e il perspicace e dotato Guarnaccia. Il maresciallo domina anche in questo secondo romanzo (dopo Legame di sangue, Passigli, 2001), in cui, armato di occhiali scuri, è alle prese con un'impietosa canicola agostana. A interrompere la percettibile sonnolenza di interminabili pomeriggi alla stazione dei carabinieri di Palazzo Pitti, il ritrovamento del corpo di Clementina. Dalla gente del quartiere di San Frediano la donna era considerata squilibrata per le sue stravaganze, tra cui spiccava l'ossessione per la pulizia che la induceva a pubbliche spazzate per le strade. La morte che l'ha colta pare inizialmente l'ultima e fatale dimostrazione di ciò. Ma l'acuta intuizione di Guarnaccia suggerisce ben altro. E anche se troppo vaghi sono gli elementi su cui ricostruire il passato di Clementina, il caso viene risolto efficacemente sul finire dell'estate. L'indagine, condotta dal maresciallo con un metodo umorale e sregolato, fa emergere fantasmi che sembravano essere ormai infossati definitivamente dalle acque dell'Arno nel lontano 1966. E, senza trascurare una sottile vena critica, l'autrice non scappa dinanzi ai problemi causati dalla chiusura degli istituti psichiatrici ("Se i posti come questo non esistono più diventa molto più facile far finta che anche la gente che c'era dentro abbia smesso di vivere"), mostrando, attraverso la tenerezza di Angelo, un'affettuosa partecipazione alla solitudine dei malati.
Rossella Durando
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